Olbia 10 dicembre 2025 – La Sport & Tourism Investments di Romi Fuke ha diffuso un documento in cui chiarisce la propria posizione rispetto all’Olbia Calcio 1905. La società afferma di monitorare «con attenzione» la situazione del club, in particolare in relazione alla procedura giudiziaria in corso, e ribadisce di non avere alcun ruolo nella gestione attuale né nelle decisioni operative. S&TI parla di una fase esclusivamente osservativa e sottolinea che «allo stato attuale, non esercita alcun potere o competenza sulla conduzione del club».
Nel testo si evidenziano alcune criticità emerse dalla documentazione a disposizione: il bilancio 2023/2024 necessita degli adempimenti relativi alla ricapitalizzazione, l’esercizio 2024/2025 presenta una perdita rilevante da confermare e il quadro patrimoniale richiede chiarimenti sui finanziamenti soci. Solo una volta stabilizzato l’assetto economico e patrimoniale la società di Romi Fuke dichiara di poter «approfondire la possibilità di contribuire a un progetto di rilancio», valutando anche l’eventuale acquisizione del ramo sportivo tramite un nuovo veicolo societario.
Fuke richiama «l’importanza del club per la città» e invita l’attuale gestione a completare gli adempimenti necessari per consentire la chiusura della fase valutativa. Nella posizione ufficiale non emergono impegni diretti né segnali di ingresso imminente. Fin qui la nota ufficiale.
C’è un passaggio, nel documento diffuso dalla Sport & Tourism Investments, che andrebbe letto senza enfasi ma con la lente di chi conosce le dinamiche del calcio e quelle, ancor più sottili, della finanza applicata allo sport. È quando la società «precisa di non essere coinvolta nella gestione della società né nelle relative decisioni operative, limitandosi ad osservare con interesse gli sviluppi in corso». È un inciso che pesa più di qualsiasi promessa futura.
Nel momento in cui l’Olbia Calcio attraversa uno dei passaggi più delicati della sua storia recente, ci si sarebbe potuti attendere un segnale diverso da chi viene indicato come possibile acquirente o partner del rilancio. Invece arrivano parole nette, che marcano una distanza: «Allo stato attuale, non esercita alcun potere o competenza sulla conduzione del club». La realtà è che S&TI non è dentro la trattativa. Non ne è parte attiva. E non vuole esserlo finché lo scenario societario non verrà rimesso in ordine.
È comprensibile, persino legittimo, pretendere chiarezza prima di qualsiasi investimento. Nel documento si richiamano infatti elementi che, da soli, bastano a frenare qualunque ingresso: la ricapitalizzazione del bilancio 2023/2024, «una perdita significativa» in corso di esercizio e la necessità di chiarire l’entità dei finanziamenti soci. Il punto è che lo schema proposto ribalta ogni aspettativa: non è S&TI a muovere verso l’Olbia, è l’Olbia a dover sciogliere i nodi prima che S&TI decida se valga la pena avvicinarsi.
L’unico spiraglio arriva in coda, quando si ipotizza «l’eventuale acquisizione del ramo sportivo tramite un nuovo veicolo societario». Formula elegante che, nella sostanza, indica la volontà di non assumere oneri pregressi. È una porta aperta soltanto in potenza, non in atto.
Il fondatore Romi Fuke richiama «l’importanza del club per la città», ed è un passaggio che certamente i tifoni apprezzano. Ma il vero senso di questo documento è altrove: nella prudenza, nella distanza, nella scelta di osservare senza impegnarsi.
Chi sperava in un annuncio risolutivo deve prenderne atto. Non siamo davanti a un investitore pronto a entrare, ma a un soggetto che monitora, attende, valuta.
Per l’Olbia questo significa una cosa sola: il futuro non dipende da ciò che Fuke farà domani, ma da ciò che la società riuscirà a mettere in ordine oggi. Solo dopo, eventualmente, qualcuno sarà disposto a parlarne davvero. Lo scopriremo solo…aspettando con la sottile sensazione di assistere a un film già visto.
































