“Egregio signor sindaco, con vivo disappunto abbiamo appreso dalla stampa che l’amministrazione comunale da lei presieduta è orientata a cancellare “via Della Resistenza” dalla toponomastica cittadina. L’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – provinciale Olbia Tempio, la invita a desistere da tale incomprensibile decisione che coinciderebbe, peraltro, con l’attuale momento di rigurgiti neofascisti e neonazisti che interessano l’Europa e il nostro paese, e che collocherebbe la nostra città in un’area cupa nella scala dei valori democratici”.
È quanto scrive Domenico Piccinnu, Presidente Anpi Olbia Tempio a proposito della paventata cancellazione dell’intitolazione della via che si trova nei pressi del momento ai Caduti di via Redipuglia.
“Ci permettiamo di ricordarle – si legge nella nota – che l’ Anpi avanzò a suo tempo la richiesta della titolazione di una piazza della città alla Resistenza alle amministrazioni precedenti, sia di centrodestra che di centrosinistra, e quando tale richiesta fu accolta, le ricordiamo che maggioranza e opposizioni, all’unanimità, individuarono il sito all’interno del perimetro dell’area monumentale di via Redipuglia, adiacente al monumento ai caduti terranovesi della 1° e 2° guerra mondiale, al fine di ricordare ai cittadini e ai visitatori i nomi di chi diede la vita per gli ideali della libertà, permettendo alle generazioni attuali di godere di quelle istituzioni che consentono l’esercizio della democrazia”.
L’Ampi chiede che la via resti esattamente dove si trova “in una porzione della nostra città così visibile al cittadino e al visitatore, poiché, signor sindaco, ed intendiamo affermarlo con forza, non si può mettere un simbolo ideale e storico come quello della Resistenza in secondo piano rispetto a personaggi della storia contemporanea, come quelli citati dalla stampa, in quanto sussiste un’ incomparabilità del significato storico.
Piccinnu conclude sottolineando che Olbia è una città antifascista più volte vilipesa dai fascisti: “Olbia è città che annovera illustri concittadini, tra i quali ricordiamo i sindaci Alessandro Nanni e Antonio Sotgiu con le loro famiglie, Achille Bardanzellu e il cavaliere Giovanni Brigaglia, per citarne solo alcuni ma senza dimenticare tanti altri, tra le vittime di spedizioni squadriste, come anche Emilio Lussu non mancò di scrivere nel suo “Marcia su Roma e dintorni” per questo, signor sindaco, le chiediamo a viva voce, convinti che lei abbia la sensibilità ad ascoltare, di non offendere la memoria dei tanti concittadini terranovesi che patirono le persecuzioni, alcuni dei quali sono richiamati nel monumento, e di proseguire nel ricordare quegli avvenimenti della Terranova-Olbia di un secolo fa, affinché soprattutto nei giovani, si rafforzino gli ideali di libertà e di democrazia”
































