Nell’alluvione di numeri diventati negli ultimi tempi contraddittori tra politici e tecnici in merito al piano Mancini emerge ancora una volta il comitato di Salvaguardia Idraulica di Olbia che prova mettere ordine nella confusione tra aree da espropriare, fasce di sicurezza e interventi strutturali. Il dato certo, anche in virtù dell’assenza di smentite, che per dirla con franchezza rappresenta un’autentica rivoluzione rispetto all’intera filosofia esposta a più riprese dallo stesso professore napoletano è che le vasche di laminazione dovranno essere considerate e, soprattutto, realizzate come fossero dighe. Il presidente, Felice Catasta, ha convocato questa mattina i giornalisti per annunciare che venerdì 25 settembre prossimo alle ore 17:00 in Piazza Mercato il comitato incontrerà i cittadini in un confronto pubblico per fare luce sulle discrepanze che fino ad ora hanno solo avuto il “merito” di confondere le idee ai cittadini.
C’è da dire che da qui al 25, vista la velocità dei colpi di scena che accompagno il padre di tutti i progetti nella storia della città di Olbia, molte cose possono ancora cambiare, per cui occorrerà prestare la massima attenzione. Ciò che non cambia e la lotta del comitato che va per conto suo anche se finisce per remare nella stessa direzione degli unici due politici che nel Consiglio comunale avevano avuto “l’ardire” di votare No al progetto: Tonino Pizzadili e Stefano Fancello.
Un dato sembra consolidarsi, come ha sottolineato Catasta nell’incontro di questa mattina: “L’area interessata agli espropri è pari a circa 127 ettari, comprese le aree necessarie per l’allargamento dei canali. Oggi – sottolinea Catasta – sappiamo che gli espropri per le vasche aumentano fino a circa 98 ettari per i canali ne sono previsti 32. Il tutto significa un incremento di circa 54 ettari ari ad un aumento dei circa il 218% rispetto ai dati iniziali”.