Chiamato in causa dai politici dell’opposizione e dagli albergatori, l’assessore del Bilancio del Comune di Olbia Ninni Chessa esce allo scoperto sulla tassa di Soggiorno che venerdì sarà discussa dal Consiglio comunale. L’assessore parla dei principi che hanno, per così dire, obbligato l’Amministrazione a cercare risorse economiche che, in caso di approvazione dell’assemblea civica, andrebbero in parte indirizzate allo sviluppo dei servizi al Turismo. Venerdì a Poltu Quadu non sarà una passeggiata con gli albergatori che annunciano la loro presenza nell’aula. Intanto nella Giunta un tassello sembra saltare. Quello dell’assessore del Turismo Marco Vargiu che si dice contrario alla tassa di Soggiorno e si augura che il punto all’ordine del giorno venga ritirato. Chessa, invece, non ha dubbi e difende la scelta del suo assessorato.
Non sembra affatto sorpreso delle prime critiche a caldo.
“Sono posizioni che si conoscono bene e poi mistificando la realtà non si approda a nulla. Noi abbiamo un solo obiettivo: migliorare i servizi turistici di questa città ma di certo non vogliamo farlo con le sole risorse dei cittadini olbiesi. Questa è la verità vera. Oggi in una situazione economicamente drammatica dei conti di bilancio comunali con i cittadini che subiscono pressioni tributarie importanti, assistiamo a prelievi continui dello Stato che, alla faccia del federalismo fiscale, ci porta via 14 milioni di euro solo per il 2014. Questo significa che noi dovremmo continuare a garantire e mantenere anche i servizi al sistema Turismo continuando a chiedere soldi agli olbiesi? Io credo che questo sia impensabile. Invece in un sistema di programmazione, da qui a 5 mesi vogliamo creare progetti con il concorso delle associazioni di categoria, Federalberghi e con chi ci vorrà stare a dare un reale contributo allo sviluppo in chiave turistica della nostra città.
L’opposizione sostiene che dietro la tassa di Soggiorno si nasconda la copertura di un buco di bilancio.
“Buchi di bilancio non ce ne sono per il semplice motivo che si tratta di un bilancio di previsione e come tale non esiste alcun buco. Evidentemente non si conosce neanche l’ABC della programmazione economica di una pubblica amministrazione”.
Ma si può partire con la tassa di Soggiorno il 10 di luglio nel bel mezzo dell’alta stagione?
“Noi avremmo voluto partire almeno tre anni fa quando le condizioni economiche del Paese erano diverse. In quel momento non si ebbe il coraggio di andare avanti e secondo me quello fu un errore. E preciso che quella ipotesi di lavoro accadeva quando il fondo di solidarietà era a zero, cioè quando il Comune di Olbia non dava nulla ai cosiddetti “Comuni poveri”. Oggi, invece, ci prendono 14 milioni di euro. Non solo, nel 2011 lo Stato ci metteva a disposizione, oltre alle ricadute dirette dei cittadini, anche 9 milioni di euro di entrate. Ma, in ogni caso, l’obiettivo fondante, allora come oggi, è quello di incrementare i servizi finalizzati al Turismo: l’Aspo, l’informacittà, lo sportello per le attività produttive, verde pubblico ecc. Questo è sempre stato a carico dei contribuenti olbiesi. Oggi non è più pensabile continuare a chiedere sacrifici alla popolazione di Olbia. A me interessa dare risposte ai 60 mila contribuenti della nostra città e aggiungo che se dovessimo applicare la TASI (a Olbia non si paga, ndr) quegli albergatori che oggi cercano di difendere, e lo dico con tutto il rispetto, i loro ospiti, io credo che inizierebbero a preoccuparsi se avessero da pagare una nuova tassa di 4 o 5 mila euro l’anno.
In concreto quanto costerà ai turisti la tassa di soggiorno?
“Noi abbiamo una permanenza media negli alberghi della città di 3 giorni e mezzo circa. Con una tariffa di € 2,50 ogni turista pagherà circa € 7,50. Ma davvero crediamo che mettiamo in crisi l’azienda turistica perché un ospite viene a consumare l’equivalente di 3 bottigliette d’acqua del suo frigorifero? Questo è il valore vero. Come mai non ci preoccupiamo minimamente di quanto paga allo Stato il turista quando arriva in aeroporto. Ci sono 2 milioni e 200 mila di passeggeri che arrivano in città che versano nelle casse dello stato Stato 2 milioni e 200 mila euro (1 euro a testa) per la tassa di sbarco. Non se ne accorge nessuno. Ebbene, per gestire le strade e l’illuminazione pubblica al servizio dell’aeroporto lo Stato gira al Comune la miseria di 44 mila euro!
Dunque lei sostiene che la tassa di soggiorno non comporterà una diminuzione delle presenze?
“Guardi, in questo momento storico c’è un principio di giustizia sociale. Dobbiamo pensare che non abbiamo ad esempio i servizi igienici per i turisti che arrivano al porto e con la stessa logica dovremmo continuare a realizzare strutture sempre e solo a carico dei cittadini? Ma gli albergatori di questo si preoccupano? Io come amministratore ho il dovere di occuparmi a 360 gradi del turista che arriva. Con questa iniziativa a gennaio 2016 avremo a disposizione una parte del ricavato dell’imposta che servirà davvero per incrementare i sevizi finalizzati ad elevare il livello di accoglienza turistica della città”.