“Cari consiglieri. Abbiamo deciso di inviarvi un messaggio nella speranza di spiegare quali siano le motivazioni della nostra grande preoccupazione”. E’ l’apertura dell’appello inviato ieri sera per mail dall’Associazione degli Albergatori di Olbia indirizzato a tutti i componenti dell’assemblea pubblica di Poltu Quadu. Nel documento, trasmesso singolarmente ad ogni rappresentante politico di maggioranza e opposizione, i rappresentanti delle strutture ricettive cittadine ammorbidiscono i toni della protesta e affidano al testo le ragioni che portano l’intera categoria a dire NO all’applicazione della tassa di Soggiorno a stagione inoltrata.
“Sono anni di grandi cambiamenti e non sempre per il meglio. Anni di crisi e di destabilizzazione. Anni che hanno imposto a tutti un cambiamento drastico di vita. Anni che hanno trasformato tutto, incluso il metodo di gestione di un bilancio amministrativo che, purtroppo, porta un comune virtuoso come quello di Olbia ad avere necessità di reperire risorse economiche all’ultimo momento. Questa è una grande ingiustizia. Che dovremmo combattere tutti assieme. Prendendo una netta posizione nei confronti dello Stato italiano che ci sta mettendo in ginocchio. Costringendoci a fare una lotta tra poveri che non ha alcun senso di esistere. Perché un comune che possiede le risorse economiche, dovrebbe solo pensare a gestirle al meglio. Ad ottimizzare ogni centesimo di euro per garantire ad ogni singolo cittadino, una vita dignitosa nella propria città. E allora perché non decidere tutti assieme di dire BASTA? Di andare a riprenderci ciò che ci hanno ingiustamente prelevato?
Perché vedete, la soluzione non può essere quella di applicare una tassa, dall’oggi al domani. Di qualsiasi entità sia e verso qualunque settore si rivolga, no, non va bene dall’oggi al domani. Nello specifico, la tassa di soggiorno è qualcosa che erroneamente vi fa pensare che vada a gravare solo sulle tasche delle persone “di passaggio” in questa città.
Vedete cari consiglieri, il buon Dio e Madre Natura, ci hanno donato un patrimonio immenso. Fatto di mare, spiagge, verde, colline, profumi, paesaggi, clima, storia, cultura, sapori e tanto altro. Questa città non hai mai fatto granché per far si che queste meraviglie fossero organizzate e pubblicizzate nel mondo per attrarre tanti turisti. Ad oggi, la maggior parte di quelle persone “di passaggio” che vengono nella nostra città, lo fanno proprio per quel patrimonio che abbiamo ricevuto in regalo.
Sino ad una decina di anni fa esistevano due o tre alberghi. Perché Olbia è sempre stato il luogo dove si dormiva il giorno prima di riprendere l’aereo o la nave per rientrare a casa. Perché non è mai stata una destinazione turistica. Un luogo dove poter trascorrere un’intera vacanza. Piano piano l’offerta alberghiera è aumentata. E con essa la professione e la professionalità degli albergatori. Oggi questa città è quella che in Sardegna, da sola, ha più strutture alberghiere. Ognuna di esse ha contribuito a portare nel mondo il nome di Olbia. Perché ogni anno manda alle varie fiere del mondo il proprio personale. A spese proprie e con grandi sacrifici, va a promuovere la destinazione, la città.
Perché un turista non sceglie un posto di vacanza per la presenza di questo o di quell’hotel. Sceglie un posto perché è attratto da ciò che la destinazione potrebbe offrirgli.
Durante la crisi economica, aggravata dal costante (e mai risolto) problema caro trasporti, tutti gli hotel hanno rivisto le proprie strategie tariffarie. Abbassando nettamente il prezzo di vendita di modo da poter per lo meno dare continuità commerciale alla propria attività, coprendo a mala pena tutti i costi. Di fatto è stato l’unico attore del comparto turistico a fare 10 passi indietro per il bene di tutta la filiera.
Olbia ancora non si è affermata come destinazione turistica. Si è riusciti ad avere permanenze medie di 2 giorni, massimo 3. Bisogna lavorarci ancora tanto perché siamo davvero lontani dall’obiettivo.
E questa tassa ci allontanerebbe ancora di più: tutti gli accordi presi l’anno scorso con i nostri partner di vendita (siano essi tour operator o portali online), tutta la nostra campagna marketing basata sulla vendita trasparente e con prezzi definiti, tutti gli obiettivi economici utili alla continuità del lavoro sarebbero spazzati via.
I nostri venditori ci considererebbero poco affidabili: nessuno mai potrebbe credere che un’amministrazione comunale di una città turistica decida di mettere una tassa dall’oggi al domani in pieno luglio. Si sentirebbero truffati e presi in giro. Impensabile pensare di riscuotere la tassa da chi ha prenotato mesi fa. Con la certezza di aver ricevuto un prezzo finito, incluso di tutto, anche le tasse.
E chi ancora non ha prenotato direte voi? Bene, Il cliente “dell’ultimo minuto” molto rapidamente controlla le tariffe e sceglie le strutture che non impongono la tassa di soggiorno. Pur di risparmiare qualche euro farebbero qualsiasi cosa. Il nostro non è un mercato del lusso. E’ un mercato medio, che dorme ad Olbia per non spendere le tariffe di una struttura sulla spiaggia. La diretta conseguenza sarebbe un’offerta alberghiera olbiese e tutto un comparto turistico che andrebbero lentamente a morire.
Pertanto cari consiglieri, ecco il nostro appello: un’altra strada è possibile, impegnamoci tutti assieme a trovarla, nei prossimi giorni adoperiamo le migliori energie, studiamo la via migliore per uscirne. Dobbiamo farlo tutti assieme, nell’interesse reciproco, prendiamo il coraggio a due mani e usciamo a testa alta da questa difficile situazione! Olbia ha ancora un grande futuro davanti!”.
Associaziona Albergatori Olbia