Buonasera, siamo i residenti delle abitazioni adiacenti a via Barcellona, dove, in data 17 gennaio, si è svolto, come da tradizione, il “fogarone” per S. Antonio. Vorremmo specificare preliminarmente che tutti noi siamo favorevoli al mantenimento delle tradizioni e non contrari, ma giustamente nel rispetto dell’ambiente circostante e di tutti gli abitanti.
Purtroppo, come è accaduto negli anni passati, i problemi legati a questa bellissima tradizione si sono ripetuti, probabilmente per poca attenzione e anche per un po’ di superficialità da parte dei componenti dell’associazione che organizza l’evento. Ogni anno le sterpaglie accumulate per alimentare il fuoco aumentano di volume, sia in diametro che in altezza. L’anno scorso siamo stati costretti a tenere le finestre chiuse per una settimana, poiché, dopo che il fuoco è rimasto acceso per ore e a manifestazione terminata, nessuno dell’organizzazione si è preoccupato di spegnerlo. Pertanto, il falò ha continuato a propagare fumo, rendendo l’aria irrespirabile insieme a un odore acre che è durato per una settimana.
Quest’anno la situazione è peggiorata ulteriormente. Nei giorni precedenti la festa di Sant’Antonio era stata emanata un’allerta meteo arancione per rischio idrogeologico e raffiche di vento e neve. Nonostante l’allerta, il fuoco è stato acceso ugualmente. Una nube di fumo enorme, insieme ai tizzoni accesi, è arrivata fino alle case limitrofe, rendendo l’aria irrespirabile e costringendo i residenti a tapparsi in casa. Nonostante le finestre fossero chiuse, l’odore acre e il fumo intenso sono riusciti a penetrare all’interno delle abitazioni. C’è stato chi non ha chiuso occhio tutta la notte e si è persino sentito male.
La mattina successiva, tutti i residenti si sono svegliati con le verande, i cortili e le macchine invasi dalla cenere e dalla fuliggine. Nonostante l’allerta, il fuoco è stato acceso ugualmente. Sia chiaro che nessuno dei residenti della zona interessata vuole che la tradizione venga meno, ma chiediamo al comune di Olbia che ci sia una regolamentazione riguardo alle dimensioni della catasta da accendere e che sia utilizzata legna e non sterpaglie, come viene fatto in tutti i paesi della Sardegna. Chiediamo, inoltre, che vengano rispettate le distanze di sicurezza rispetto alle abitazioni che si trovano in prossimità dell’area dove si intende realizzare il falò.
Un gruppo di residenti di via Barcellona alta