CIVITAVECCHIA. L’intitolazione di uno dei denti d’attracco del porto di Civitavecchia alla nostra isola, non esiste più. Tecnicamente il Molo Sardegna, nato con il porto di Civitavecchia (ora in discuso) e che rapidamente si è rivelato una fonte di crescita e sviluppo per l’intera città, si è dissolto per indifferenza e forse anche per ignoranza. L’autorità portuale, rappresentata dal presidente Pino Musolino, ha pensato bene di cancellarlo con un colpo di spugna. Oggi quel molo è stato intitolato a Giovanni Paolo II.
Poco importa se per migliaia di sardi sbarcati nel “continente” da Olbia o da Cagliari quella scritta sulle mappe rappresentava l’altro capo di una cima sentimentale che legava isola e penisola. Leggere quel nome sulle carte in terra laziale equivaleva a sentire sotto i pedi ancora un pezzetto di granito sotto l’ultimo gradino del traghetto. Un ulteriore piccolo momento di continuità utile ad attenuare il nostro atavico, benché orgoglioso, isolamento.
Il presidente Musolino, lo scorso 19 marzo, ha preferito ricordare la visita pastorale di Giovanni Paolo II avvenuta a Civitavecchia il 19 marzo 1987. In quell’occasione il papa era andato a salutare il personale marittimo. Pochi minuti, per quanto solenni, che hanno cancellato oltre un secolo di storia quotidiana.
Ebbene, per dare solennità a quel momento, Musolino ha fatto realizzare una grande targa di bronzo e l’ha sistemata alla radice del Molo Sardegna che da quel momento è passato dalla luce al buio dell’oblio storico. D’altronde la Sardegna è distante 220 km, “nessuno se ne accorgerà”, avrà pensato il Presidente.
E invece lo siamo venuti a sapere grazie alla lotta, fino a ora vana, di un cittadino laziale, il collega giornalista Flavio Martino che si dice “indignato per questo colpo di spugna ad opera del presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia. Oltretutto – aggiunge Martino – anche il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco non ha fatto nulla per sollevare la questione tra l’indifferenza popolare. Faccio anche notare – aggiunge Martino – che tale è stata la disattenzione dell’organizzazione portuale che il giorno della cerimonia di collocazione dell’insegna dedicata al pontefice è stata esposta una grande bandiera italiana…ma al contrario”. Insomma una figuraccia dietro l’altra.