A Olbia accade qualcosa di straordinario: i passaggi a livello, per quattro lunghi mesi, rimarranno sempre aperti. Non si tratta di un miracolo tecnologico, né di una rivoluzione infrastrutturale, ma del risultato di un’interruzione della linea ferroviaria tra Olbia e Golfo Aranci per consentire a RFI di effettuare lavori di manutenzione straordinaria.
Dal 1° febbraio al 31 maggio, le sbarre non si abbasseranno, lasciando il traffico cittadino finalmente libero di scorrere. Un evento più unico che raro.
I lavori prevedono investimenti sostanziosi: 10 milioni di euro, oltre 40 operai coinvolti e interventi che spaziano dal rinnovo dei binari alla realizzazione di un sottopasso presso la stazione centrale. Tutto molto ambizioso. Ma nella quotidianità di chi vive e guida a Olbia, l’unica vera notizia è che i passaggi a livello resteranno alzati.
E così, per qualche mese, la città potrà finalmente vivere senza le consuete code che paralizzano via Porto Romano, via D’annunzio, via Mameli e altre strade centrali. Le sbarre aperte sembrano annunciare una sorta di nuova era, seppur temporanea e indotta dai lavori. Ironia della sorte, per far scorrere il traffico in città, bisogna fermare i treni. Un paradosso che, però, offre alla popolazione una libertà di movimento che difficilmente si era vista prima. Ci sarebbe quasi da stappare lo spumante: in città spunta un quadrivio, uno dei rarissimi esemplari senza semafori…o almeno così pare. Per una volta, niente rotatorie all’orizzonte.
Persino San Simplicio, il patrono di Olbia, beneficerà di questa tregua: il prossimo 15 maggio, la processione sfilerà senza intoppi, passando indenne attraverso le strade centrali, senza lo spettro delle sbarre abbassate. Un cambio di rotta degno di nota, considerando che in passato la processione è stata fermata, trasformando la pazienza dei devoti quasi in un’ulteriore prova di fede.
Ma mentre Olbia si gode questa inedita fluidità, c’è un retrogusto amaro che accompagna la riflessione. I binari che attraversano la città non sono solo un problema logistico: sono il simbolo di un passato che non vuole passare. I passaggi a livello ancorano la città al secolo scorso, relegandola al ruolo di un semplice “paesotto” tagliato in due da un’infrastruttura che, invece di unire, divide.
RFI, nel frattempo, non molla un centimetro del suo territorio. Anzi, investe, si espande e, in nome del progresso, promette nuove strutture e riqualificazioni come la nuova linea per l’aeroporto. Ma ciò che rimane invariato – anzi, immobile – è il “corpo morto” di binari che continua a ostacolare il vero sviluppo della città, come faceva ieri, come faceva cento anni fa.
Non possiamo non ricordare il sottopasso promesso durante l’inaugurazione della stazione Olbia-Terranova. Un’opera di appena cento metri che avrebbe dovuto collegare la nuova stazione a quella vecchia e che, nel frattempo, è rimasta un progetto dimenticato. Oggi si ripropone un’altra promessa di sottopasso, questa volta verso la basilica di San Simplicio. Che sia una soluzione reale o solo un altro modo per mantenere il controllo sul cuore pulsante della città, lasciandola perennemente sotto scacco, resta da vedere.
E poi c’è la linea Olbia-Golfo Aranci, difesa con argomentazioni anacronistiche: “In caso di emergenza come una guerra, come potrebbero arrivare carri armati e armi pesanti se non con la nave che li carica sui binari al porto?”. Un argomento che, se non fosse reale, potrebbe benissimo essere scambiato per una bufala.
Nel frattempo, però, Olbia si gode questa rara tregua. Le auto scorrono senza intoppi, le strade si vedono libere dalle code, e persino San Simplicio potrà fare il suo percorso senza interruzioni. Un assaggio di ciò che potrebbe essere la vita in città se solo i binari non continuassero a tagliarla in due
Ma mentre celebriamo questa boccata d’aria per la mobilità cittadina, non possiamo fare a meno di chiedere: è normale che per avere strade sgombre dobbiamo fermare i treni? E sarà mai possibile che Olbia si liberi veramente dal “giogo” delle sue barriere ferroviarie? Tra promesse di sottopassi e una linea da difendere a tutti i costi, sembra che le sbarre, anche se alzate, continuino a rappresentare un simbolo di immobilità.
RFI promette interventi importanti e una visione futuristica per la città. Noi, nel frattempo, osserviamo con un misto di speranza e cautela: perché da queste parti si sa, quando si parla di grandi progetti, la pazienza è sempre d’obbligo. Ma mentre aspettiamo il futuro, almeno fino a maggio, possiamo goderci questo raro momento di “liberazione” viabilistica. Un piccolo miracolo, per una città che ha imparato a sopravvivere… tra una coda e l’altra.