Arzachena vive da tempo una vera e propria emergenza sanitaria, con una situazione ormai sull’orlo del collasso. Da oltre due anni la cittadina gallurese non ha un pediatra. Due manifestazioni di interesse bandite dall’Ats Sardegna sono andate deserte nel 2020, e molte famiglie arzachenesi sono costrette a rivolgersi al pediatra di Palau.
A questo si aggiunge il problema di oltre 1500 cittadini che dal 31 ottobre non hanno più assistenza sanitaria perché il loro medico, Sebastiano Beccu, è andato in pensione e nessuno fino ad ora è stato nominato come sostituto.
I medici di base attualmente operanti ad Arzachena non possono accogliere nuovi pazienti. Un nuovo dottore sembrava dovesse prendere servizio nel mese di novembre ma un ricorso ha bloccato la procedura di selezione.
Tutto ciò determina uno stato di vera e propria emergenza per tante persone, alcune delle quali necessitano di assistenza continua perché affette da patologie gravi.
Il servizio della guardia medica ormai è praticamente inesistente per carenza di personale. In questo caso la situazione assurda è data dal fatto che la struttura della guardia medica è sguarnita di personale sanitario ma continua ad essere presidiata da una guardia giurata.
Nel 2021 inoltre non sono state attivate le guardie mediche turistiche nelle località di Cannigione e Porto Cervo con evidenti problemi e disservizi nei confronti dei tanti turisti che hanno trascorso le loro vacanze sul territorio comunale.
Il Presidente del consiglio comunale Rino Cudoni non esclude azioni eclatanti e clamorose se l’Ats non risolverà questi annosi problemi in tempi brevi.
Il 1 gennaio 2022 prenderà forma la riforma sanitaria voluta dalla Regione Sardegna. L’Ats diventerà Ares (Azienza regionale della salute), la sede del vertice della sanità regionale non sarà più Sassari ma Cagliari e verranno ripristinate le otto Assl territoriali.
In questo periodo di grandi cambiamenti la comunità di oltre 14mila abitanti di Arzachena si aspetta delle risposte e di poter fruire di quei servizi essenziali di cui ha diritto ma che da troppo tempo sono inesistenti.