GOLFO ARANCI. Le ricerche di Lorenzo e Giuseppe Deiana, i due fratelli olbiesi dispersi in mare dal 19 aprile, proseguono. Le operazioni si sviluppano su più fronti, in mare e attraverso l’analisi dei dispositivi elettronici.
“Le richieste a Google sono state inoltrate lo scorso 26 aprile – spiega l’avvocato Pietro Cherchi, che assiste i familiari dei ragazzi –. Abbiamo chiesto di accedere ai dati degli account, in particolare alla cronologia di Google Maps, per ricostruire gli spostamenti. Lorenzo aveva con sé un iPhone, quindi i tempi di risposta sono più lunghi a causa delle procedure di sicurezza Apple: in media servono almeno sette giorni. Giuseppe invece aveva un Samsung e l’accesso dovrebbe essere più rapido”.
Per portare avanti gli accertamenti, la difesa ha incaricato un perito informatico forense, Gabriele Pitzianti, che ha già acquisito una serie di atti ritenuti determinanti. “Abbiamo individuato gli account, ottenuto le credenziali e le abbiamo trasmesse alla Procura – dichiara Cherchi –. Ma per accedere ai dati Google serve la doppia autenticazione: il codice viene inviato alla sim originale, che è probabilmente ancora con Giuseppe. Per questo abbiamo chiesto il duplicato”.
La Procura ha dato il via alla procedura. “Se la localizzazione era attiva – spiega il legale – i dati potrebbero dirci dove si trovavano i due ragazzi”. Foto, segnalazioni e ogni altro elemento utile sono stati trasmessi anche alla Prefettura di Sassari.
Intanto proseguono le ricerche in mare. I sonar della Capitaneria stanno esplorando i fondali, anche oltre 80 metri. “Gli oggetti trovati nei giorni scorsi, come i due serbatoi e lo sportello del gavone, ci hanno indicato un’area precisa nella quale proseguire le ricerche”.
Si va avanti nella zona compresa tra Punta d’India, Cala Spada, Cala del Sonno, La Franata e Figarolo. “Non possiamo parlare di affondamento certo – precisa l’avvocato Cherchi –. È un’ipotesi, come lo è quella di una collisione, ma al momento non ci sono riscontri. Non sappiamo cosa sia successo. Stiamo cercando l’imbarcazione, perché ritrovarla può darci risposte. È fondamentale che le ricerche non si fermino: dobbiamo assolutamente ritrovare Lorenzo e Giuseppe”.