Olbia 15 dicembre 2025 – La Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto emesso dal pubblico ministero presso il tribunale di Genova il 22 luglio 2025 e ha disposto la restituzione immediata dei materiali informatici sequestrati nel corso dell’inchiesta nota come Traghettopoli. Con la decisione la corte ha stabilito che i dati e i dispositivi acquisiti durante le indagini devono essere restituiti ai legittimi titolari senza che la Procura possa trattenere copie. La cancelleria è stata incaricata di comunicare la sentenza al procuratore generale competente ai sensi dell’articolo 626 del codice di procedura penale.
L’inchiesta di Genova riguarda l’ipotesi secondo cui biglietti gratuiti o molto scontati su traghetti delle compagnie di navigazione sarebbero stati concessi a pubblici ufficiali, funzionari e altri soggetti in presunti scambi di favori o trattamenti di favore. La vicenda ha coinvolto circa 120 persone tra ufficiali delle forze dell’ordine, funzionari pubblici, dirigenti e manager del settore marittimo e sindaci e figure politiche.
La decisione della Cassazione si concentra sulla gestione dei dati informatici acquisiti durante l’indagine. La corte ha ritenuto che il provvedimento impugnato non potesse restare in piedi e ha ordinato che il materiale informatico sia restituito ai legittimi proprietari senza che la procura trattenga copie. Questa scelta può avere riflessi sulla prosecuzione del procedimento in corso.
L’indagine era stata avviata dalla Procura di Genova per verificare l’ipotesi che dirigenti e operatori di importanti compagnie di navigazione abbiano favorito con biglietti gratuiti o fortemente scontati persone che avevano ruoli istituzionali o di controllo. Secondo gli inquirenti, queste agevolazioni sarebbero state concesse in cambio di trattamenti amichevoli nei controlli sulle navi o in altri adempimenti pubblici. Nel corso delle indagini erano stati disposti anche sequestri preventivi di navi impiegate sulle rotte tra Genova e Porto Torres, poi annullati perché ritenuti non giustificati nei termini richiesti dalle norme.
Nel registro degli indagati risultano diverse persone residenti in Sardegna. Secondo le ricostruzioni sinora emerse, l’inchiesta ha ampliato la lista includendo anche ufficiali e dirigenti delle Capitanerie di porto e della Guardia di Finanza che hanno prestato servizio in Sardegna o in altre aree marittime, pur senza che al momento vi siano prove definitive sugli scambi contestati.
La vicenda è tuttora in corso. Dopo la decisione della Cassazione sugli atti cautelari e sulla gestione delle comunicazioni elettroniche, il procedimento principale prosegue con l’esame delle posizioni di ciascun indagato. Le difese avevano chiesto di accedere senza limitazioni ai dati in possesso della procura per dimostrare che non vi fossero rapporti di favore, e la decisione odierna può influenzare l’evoluzione delle fasi successive del processo. Nutrito il numero di avvocati presenti. Tra questi, Pietro Carzedda, Marzio e Giuseppe Altana, Luca Montella, Ara Pala, Chicco Tirotto, Ivano Iai e altri avvocati della Penisola.
































