Il rientro in presenza nelle scuole superiori genera dibattito e tensioni tra il mondo della scuola, i sindacati e il governo. Si tratta su un possibile rinvio, sempre con un numero ridotto di studenti, all’11 o addirittura al 18 gennaio.
Ufficialmente le scuole superiori ripartiranno in presenza al 50% il 7 gennaio ma, secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, il governo starebbe valutando l’ipotesi di far rientrare in classe solo gli studenti delle regioni gialle (dalla prossima settimana si dovrebbe infatti tornare al sistema di colorazione su base regionale). Alcune Regioni, come Veneto e Friuli Venezia Giulia, hanno già stabilito che la riapertura in presenza potrà avvenire solo dopo il 31 gennaio: insomma, il solito disordine di regole a cui siamo stati abituati durante l’emergenza covid.
“Sono assolutamente favorevole alla riapertura in presenza al 50% – le parole di Elisa Mantovani, dirigente scolastica del liceo classico e linguistico Gramsci -. Spero riescano ad applicare gli accordi presi per potenziare i trasporti: è quello un vincolo fondamentale per riaprire in sicurezza, perché i contagi non sono avvenuti dentro le scuole ma fuori. Noi siamo organizzati per ripartire al 50% in presenza ma in questo momento si vive alla giornata e attendiamo le decisioni del governo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Sabrina Serra, assessora all’istruzione del Comune di Olbia: “Il problema non è dentro le aule ma nell’organizzare al meglio tutto il servizio in modo che gli alunni arrivino a scuola in sicurezza. Credo che sia positiva e necessaria la presenza perché la scuola è fatta anche di socialità però ci dev’essere un’organizzazione giusta altrimenti si rischia di compromettere tutto quanto”.