OLBIA. Il direttore dell’Unità di Chirurgia endocrina e bariatrica del Mater Olbia, Piero Giustacchini, 49 anni, ha chiuso la sua collaborazione con l’ospedale qatariota e torna al Gemelli. Nel reparto, aperto tre anni, sono state operate con risultati eccellenti 400 persone a cui se ne sommano altre 400 che hanno seguito la tecnica endoscopia (palloncino intragastrico), quasi tutte donne, ovviamente, con obesità importanti di grado 1, 2 o 3.
Purtroppo, malgrado i risultati abbiano richiamato un gran numero di pazienti, l’uscita di Giustacchini (per motivi personali, come riporta una nota della direzione sanitaria) penalizzerà l’ospedale che, però, è già corso ai ripari.
“Qualora il paziente fosse candidabile all’intervento chirurgico – si legge nel documento – in questo arco temporale, è stata avviata una collaborazione con la Chirurgia Bariatrica dell’Ospedale Brotzu di Cagliari che si potrà far carico dell’esecuzione della procedura chirurgica”.
In effetti, che le cose fossero cambiate in seno al reparto chirurgico lo avevano percepito alcune pazienti in attesa di intervento che, dopo aver seguito tutte le visite preparatorie del cosiddetto “Percorso Obesità”, nelle ultime settimane si sono ritrovate senza informazioni su cosa fare e, soprattutto, quando.
La nota del Mater Olbia, giunta tempestivamente in redazione dopo aver rivolto precise domande al direttore sanitario, Marcello Giannico, fuga ogni dubbio.
Lo stesso ospedale chiarisce si è resa necessaria “una parziale riorganizzazione del percorso obesità legato esclusivamente all’ambito chirurgico. Il trattamento dei pazienti per via endoscopica (posizionamento di palloncino intragastrico e gastroplastica endoscopica) resta normalmente attivo. I pazienti che intendono prenotare una prima visita di accesso a tale percorso possono farlo con gli specialisti dell’Unità di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, già precedentemente impegnati, i quali inizieranno il paziente al percorso multidisciplinare previsto: visita dietologica, visita psicologica ed esami diagnostici”.
Va da sé che, trattandosi di una collaborazione diretta tra i due ospedali, i pazienti che hanno iniziato il percorso al Mater Olbia, in caso di idoneità all’intervento, dovrebbero continuare a riferirsi all’ospedale Olbia per essere inseriti nel calendario degli interventi al Brotzu di Cagliari che ha già una lista d’attesa.
Altro fattore estremamente importante per il post-operatorio, “ai pazienti già in trattamento – assicurano dal Mater – ovvero coloro i quali hanno già eseguito l’intervento, garantiamo le visite di controllo con gli specialisti afferenti all’unità di Chirurgia del Mater Olbia Hospital“.