Dopo un anno di stop causa Covid, si è svolta nel fine settimana la seconda edizione de “Il pane e il suo grano”. L’evento, da piazza Mediterraneo a largo Lussu, si è aperto venerdì 25 con la presentazione del libro “La sacralità del pane in Sardegna” riti, miti e simboli della panificazione tradizionale alla presenza dell’autrice Marisa Iamundo De Cumis, intervistata dall’antropologo Bachisio Bandinu.
“Pane come cultura e religiosità delle laboriose donne sarde”, ha detto la scrittrice che, tra le altre cose, ha citato i pani quaresimali e pasquali, fatti a corona di spine, poi quelli di Primavera – Estate e i pani del raccolto per la festa dell’aia.
Sabato 26 è stato dedicato alle dimostrazioni dell’arte panificatrice. Accompagnati dalla musica tipica, in largo Emilio Lussu, le allieve con la maestra Graziella Frau, si sono presentate con il costume tradizionale del paese. Il pubblico presente ha assistito alla preparazione de 𝘚𝘶 𝘍𝘪𝘭𝘪𝘯𝘥𝘦𝘶, i fili di Dio, un tipo di pasta formata da sottilissimi fili sovrapposti in strati incrociati.
Infine domenica 27 è stato mostrato come si realizzano i dolci dalla sposa, “Sos Pretziosos” composti da pompia di Siniscola, miele e mandorle. Sono stati allestiti tre banchi con donne in costume che stendevano la sfoglia per realizzare dei capolavori commestibili come uccelli, rose e altre forme. Molte le persone che si sono intrattenute, affascinate da questa antica arte sarda. Il servizio di ordine e sicurezza durante tutto l’evento è stato svolto dai Barracelli.