“Dopo le recenti illustrazioni del progetto per la mitigazione del rischio idraulico-alluvionale da parte dei progettisti sono aumentati i dubbi sulla sua validità – Attacca così la lettera del consigliere comunale di Unidos, Tonino Pizzadili (agronomo) – . Il milanese-napoletano Prof. Mancini nei momenti di confronto con altri docenti universitari, tecnici, consiglieri comunali o semplici cittadini ha affermato, accompagnando le parole con continui sorrisi ironici, che ognuno si deve occupare della materia di cui è competente, dando di fatto dell’incompetente a tutti quelli che hanno espresso considerazioni contrastanti con le scelte tecniche del suo progetto.
Il Prof. Mancini , invece, si ritiene esperto di istituti giuridici (??) e sostiene che le aree destinate a vasche di laminazione (41,2 ettari) non verranno espropriate e che i proprietari saranno indennizzati solo per il periodo di eventi alluvionali. Non sono a conoscenza di tale istituto giuridico e non mi risulta che recentemente sia stato modificato il codice civile; evidentemente nel progetto non sono state considerate le spese per l’esproprio di 41,2 ettari di terreni irrigui provvisti anche di impianti di irrigazione. È anche esperto di agronomia e pedologia: infatti sostiene che a seguito di eventi alluvionali e dopo lo svuotamento del bacino di laminazione il terreno sarà più fertile. Se si informasse da qualche esperto in materia, capirebbe che, a causa dell’accumulo dei residui solidi trasportati e depositati dall’acqua, il terreno perderebbe gran parte della fertilità.
Il progetto Mancini, come anche il progetto alternativo, nulla dice sul vasto territorio a monte delle vasche di laminazione; eppure due vittime sono state colpite in regione Putzolu, a valle del versante del monte Raica; l’onda anomala ha causato numerosi danni a strutture e infrastrutture pubbliche e private nella piana a monte delle vasche di laminazione. Non ritiene necessaria opera alcuna per mitigare il rischio di danni a persone e cose anche in questo importante e vasto territorio? Altri tecnici, con competenze puntuali, avrebbero suggerito opere di regimazione delle acque (idrauliche, forestali e selvicolturali) nei versanti delle montagne, nel rispetto del consolidato principio secondo il quale “la pianura si salvaguarda con la oculata gestione della montagna e dei suoi versanti”.
La funzionalità delle vasche di laminazione è messa in forte dubbio da altri docenti universitari e tecnici di varie competenze. L’allargamento fino a 40 metri nel lato inferiore della sezione trapezia dei canali (per la lunghezza di svariati Km) e le caratteristiche costruttive degli stessi causeranno numerosi inconvenienti quali: demolizione di strade pubbliche, di parcheggi, di aree verdi pubbliche e private, difficoltà nella realizzazione di ponti con notevoli luci nette, infiltrazioni d’acqua negli edifici fronte canale.
Un esempio è il canale S.Nicola nel tratto di via Galvani: la sezione inserita nella interrogazione presentata il 15 febbraio al Sindaco, con base minore pari a 15 metri, è stata aggiornata in relazione al progetto Mancini approvato in consiglio comunale il 6 novembre 2014 (l’ultima versione del progetto prevede il lato inferiore della sezione di scavo del canale pari a metri 17). Da quanto esaminato, si evince che, oltre alla totale demolizione dei marciapiedi in corso di realizzazione, il canale occuperà parte della carreggiata stradale di via Galvani (vedasi disegno qui> ).
Se viceversa, come ritiene qualcuno, il canale venisse ampliato sul lato destro si verificherebbero ulteriori danni al Parco oltre a problemi di deflusso delle acque. Con forte dispiacere, pertanto, abbiamo dovuto verificare la volontà del professionista, e di quanti lo sostengono nella sua personale difesa del progetto, di non accettare confronto alcuno, a cui fa da contraltare una notevole dose di superbia, arroganza e cecità.
Mi auguro che la compagine amministrativa ascolti il senso di preoccupazione che promana dalla gran parte dei cittadini olbiesi. Con la fretta si rischia di causare irreversibili danni alla città e alla comunità. L’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali delle Provincie del Nord Sardegna, fortemente preoccupato delle attività tecnico progettuali promosse dal Comune di Olbia, sta organizzando un convegno che si svolgerà nella Città di Olbia a breve; saranno relatori studiosi e tecnici di varie competenze sul tema rischio idrogeologico.
Sarà un’occasione utile per ascoltare un altro punto di vista sulla soluzione del problema”.