Gentile redazione, sono venuto a conoscenza tramite il vostro giornale di un ciclista aggredito da un branco di cani randagi > e ho trovato il coraggio di denunciare la brutta esperienza che ho vissuto nello stesso punto e con dinamica simile al prof. Simone Ariot ma finita con lesioni personali.
Con la mia compagna abbiamo deciso di venire in Sardegna per passare una settimana di vacanza nella vostra bellissima terra.
Il 15 luglio 2022 affittiamo due bici e nel pomeriggio, mentre ci stiamo recando dal centro di Olbia alla spiaggia di Pittulongu, arrivati alla rotonda Pozzo Sacro a pochi metri dallo svincolo di via Madagascar, vedo arrivare dalla mia destra una quindicina di cani in branco di razza maremmana.
Gli animali si lanciano verso di me a tutta velocità, inferociti e con le zanne in vista. Neanche il tempo di rendermi conto di quello che sta succedendo che mi trovo spinto dal branco verso il centro della strada dove sopraggiungono alcune auto (in quel punto ci sono ben quattro corsie).
Il tutto dura pochi interminabili secondi fino a quando una macchina passa a pochi centimetri da me centrando un paio di cani mentre altri, per evitarla, vengono contro la mia bici facendomi cadere in mezzo la strada. Mi rialzo immediatamente con il terrore di essere azzannato ma l’intervento dell’auto li spaventa e si dileguano.
Per fortuna la mia compagna è a circa venti metri dietro di me e non viene presa in considerazione dai cani, così ha modo di avvertire le macchine per farle rallentare.
Alle ore 16.23 chiamo le Forze dell’ordine insieme all’automobilista, un ragazzo del luogo che mi aiuta vedendomi scosso e dolorante a una mano.
Parlando al telefono con il 112 e poi con la Polizia Locale mi chiedono se i cani sono ancora lì. Alla mia risposta negativa, un agente mi dice che non essendo stato azzannato non posso fare denuncia e che al massimo mi può mandare un’ambulanza. Il ragazzo con me conferma che i cani presidiano costantemente la zona già da mesi.
All’ambulanza rinuncio per non rimanere piantonato in ospedale per ore. Dopo 17 minuti di telefonata io, la mia compagna e un’altra ignara ragazza giunta sul posto ci ritroviamo senza nessun aiuto in quella maledetta rotonda.
Ci armiamo di pietre e di tutto quello che può difenderci. Avvicinandoci alla parte opposta della strada verso viale Italia, arriva un branco di cani che nota la nostra presenza.
Richiamo immediatamente il 112 dicendo che siamo in pericolo imminente ma la loro intenzione è quella di lasciarci lì. Allora inizio a fermare le auto e un signore con un pick up che ci carica e ci porta finalmente in salvo.
La cosa di assoluta gravità è che il sindaco e le autorità competenti sono a conoscenza per via di numerose segnalazioni del problema del randagismo che ancora persiste.
Penso al pericolo corso quel giorno. Non riesco a immaginare se succedesse a una persona più anziana o un ragazzino. Questo pensiero mi spaventa e mi sentirei complice di tutto questo non denunciando l’accaduto all’opinione pubblica.
Dopo il fatto, la mia vacanza è continuata, ho conosciuto gente fantastica e visto posti incantevoli. Porto a casa ricordi belli e sicuramente una storia da raccontare ma torno alla vita normale con una frattura alla falange della mano e, in attesa di ulteriori esami, sto valutando con il mio avvocato la possibilità di sporgere denuncia.
Quanto accaduto a me e ad altre persone è inammissibile.
Andrea