
Il 17 luglio avevo scritto “è proprio l’anno dei cretini” a commento di un raid vandalico avvenuto a Tempio dove una banda di ragazzi aveva rubato e distrutto i grandi pastelli colorati in cartapesta, gettandoli infine nelle cascatelle delle Fontane Nuove. L’esaltante azione dei vandali si era consumata in due fasi. La prima mentre era in corso il concerto dei Riptiders organizzato da ColorArt al Parco Grande davanti a più di mille persone; la seconda nel cuore della notte al parco delle Rimembranze.
Un’opera di distruzione ben studiata, con una tempistica perfetta, un gesto ingiustificato, assurdo, inaccettabile. Mi era piaciuto il commento dell’ingegnere Manuel Marotto, direttore di ColorArt: “La bellezza non può soccombere all’imbecillità”: E io avevo titolato la mia rubrica così “E’ proprio l’anno dei cretini” visitata da ben 8.068 persone. Mi aveva colpito il commento di una signora: “Si conoscono perfettamente i nomi dei ragazzi protagonisti di questa deprecabile bravata”. E allora cosa si aspetta a fornire i nomi agli investigatori?
L’altro giorno i cretini sono tornati di scena, hanno devastato la storica stazione ferroviaria di Tempio, procurando danni ingenti utilizzando sette pullman dell’Arst come ariete e autoscontro (a proposito, ma erano incustoditi con le chiavi di messa in moto dei mezzi a portata di tutti?).
Due dei sei giovani cretini autori dell’impresa sono stati bloccati e individuati dai carabinieri dopo il riconoscimento da parte di una guardia giurata. Altri quattro sarebbero stati riconosciuti dai carabinieri di Tempio al comando del capitano Ilaria Campeggio e segnalati ai magistrati della Procura tempiese d’accordo con la procura dei minori di Sassari.
Stavolta sarà difficile sottrarsi all’iter della giustizia, difficilmente i giovani cretini usciranno indenni dalla nottte brava, dove peraltro si sono registrati danni vistosi e costosi, però la seconda …eroica impresa in tre mesi dovrebbe far riflettere soprattutto i loro genitori.
Perdonarli sempre non va bene, si rischia di coprire eventuali reati futuri ben più gravi.
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