
Ha fatto sognare uomini e donne, Gigi Riva. La moglie di un potente uomo politico ogni volta che ero a Roma mi telefonava e mi supplicava: “Costanzo, quando porti Gigi Riva a cena a casa mia?”. La signora ospitava nel salotto della sua villa il fior fiore della politica, dell’economia, del giornalismo italiano, chi non era invitato “non contava nulla”. Gigi Riva era la sua fissazione. Che io sappia Gigi ha resistito sempre alle sue avances.
Oggi Gigi compie 73anni, chissà quanti articoli domani ricorderanno i suoi gol, le sue prodezze da atleta magnifico, il suo vivere fuori dal coro. Io ho vissuto a Cagliari per diversi anni, e ogni sera Gigi passava sotto casa mia, nel quartiere di Genneruxi, a prelevarmi con la sua Volvo con la quale raggiungevamo il ristorante lo Scoglio.
Uomo di poche parole, di rare confidenze, Gigi mangiava in rigoroso silenzio, assecondava e collaborava soltanto i miei scherzi contro l’amico e collega Giampaolo Murgia del Corsport. Fumava una sigaretta dietro l’altra, beveva un paio di bicchieri di vino, concludeva la cena con una discreta dose di whisky.
L’ ho convinto a fare il commentatore delle mie telecronache delle partite del Cagliari su Videolina, insieme abbiamo partecipato in diretta televisiva da Città del Messico al Processo di Aldo Biscardi, abbiamo festeggiato il mio cinquantesimo compleanno in un ristorante di Cagliari, siamo rientrati in Italia dal Messico giocando per tutto il lungo, estenuante volo a carte. Vinceva sempre lui.
Quando per motivi professionali ho lasciato la Sardegna per altri incarichi nei giornali del Gruppo Repubblica, mi ha salutato con una stretta di mano e un saluto freddo. Pensavo fosse dispiaciuto, invece Gigi Riva era come sempre impenetrabile, chiuso a riccio. Non ha mai sopportato marcature strette, né in campo né fuori.
L’ho visto qualche tempo fa a Cagliari, davanti al negozio di via Garibaldi del comune amico Gianni Simonetti, abbiamo scambiato due parole, pochi sorrisi, guai a sbottonarsi troppo, un saluto senza il classico arrivederci. La sua camminata lenta, faticosa mi ha fatto ricordare che Gigi ha dato alla Nazionale italiana due gambe, spezzate da avversari modesti e cattivi. Con quest’ultima immagine ricordo un grande amico, silenzioso fuori ma sicuramente generoso nel suo cuore. Ciao Gigi, a cent’anni!