OLBIA. Mentre lunedì mattina si parlerà della disastrosa situazione della Sanità a Olbia nel corso di un Consiglio comunale aperto sul tema>, si aggiunge un elemento non inedito ma certamente esemplificativo delle condizioni in cui si muove il personale “superstite” del Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II.
Intorno alla mezzanotte scorsa almeno sei ambulanze hanno stazionato contemporaneamente al Pronto Soccorso perché non c’erano letti sufficienti per restituire le barelle ai soccorritori del 118. Una situazione assurda che crea inevitabili disservizi ai danni del territorio.
Gli operatori delle ambulanze subiscono questa situazione ogni volta che il Pronto Soccorso si riempie di pazienti. Ma la coperta corta della Sanità sarda che da sempre tira le lenzuola a sud mentre lascia annaspare il nord dell’Isola, sembra non tenere conto dei numeri. Perché se è vero come è vero che Cagliari con l’ospedale di punta di emergenza del Brotzu deve servire un’area più popolosa rispetto alla Gallura, gli accessi al Giovanni Paolo II sono, al contrario, molto più numerosi come dimostrano i due specchietti elaborati ieri notte a circa 20 minuti di distanza.
Come si può notare, nello stesso momento, Olbia gestiva 1 codice rosso e 22 pazienti non gravi mentre Cagliari non aveva persone in pericolo di vita e assisteva 22 pazienti. Ma il dato impressionante riguarda i “pazienti in attesa” tra gialli, verdi e bianchi a Olbia erano 44 fuori dal Pronto Soccorso con un tempo medio d’attesa di 6 ore mentre al Brozzu attendevano le cure soltanto 11 persone (4 volte in meno) con un tempo di attesa medio di circa 4 ore.
Il dato rilevato ieri dopo le 24:00 fotografa perfettamente quello che dalla Regione si tende a non vedere: lo squilibrio di servizi, personale e strutture tra i due ospedali che non viene valutato in base agli accessi ma altri parametri che nulla hanno a che vedere con la salute dei cittadini. Intanto a Ferragosto le guardie turistiche restano chiuse e l’ospedale utilizza le barelle delle ambulanze.