“Il Consiglio comunale il 22 maggio 2015 ha approvato il quadro delle opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia. E’ l’attacco di Tonino Pizzadili, agronomo, consigliere comunale di Unidos, di un’articolata considerazione sui numeri del progetto Mancini. Pizzadili non parla di cifre ma da fonti tecniche la voce degli espropri potrebbe costare circa 10 milioni di euro, poco meno del 10% dell’intero costo del quadro delle opere che ammonta a 120 milioni di euro. Pizzadili, da sempre contrario alla soluzione Mancini fa le pulci al progetto e svela le vere dimensioni del piano che rivoluzionerà la città: si tratta di opere che insisteranno in circa 126 ettari.
“In quella occasione – prosegue la nota – non furono definite le aree da sottoporre a vincolo preordinato all’esproprio di tutte le superfici interessate dalle opere infrastrutturali con le relative fasce di rispetto nonostante le sollecitazioni del sottoscritto. Forse non bisognava spaventare ulteriormente gli olbiesi?
Quel progetto prevedeva ettari 41,2 (mq 412.000) di espropri per la realizzazione delle vasche di laminazione; nessun dato fu fornito circa gli espropri necessari per l’ampliamento dei canali. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il progetto definitivo (vedi sito del comune di Olbia) con allegato l’elenco delle ditte e la planimetria catastale delle aree da espropriare. Per ogni mappale è indicata la superficie oggetto di esproprio.
Per capire meglio l’entità e la qualità dei beni immobili oggetto di espropriazione ho cercato inutilmente le superfici complessive e le caratteristiche dei beni immobiliari e cioè le superfici dei terreni agricoli, delle aree edificabili, delle aree edificate oltre alle pertinenze dei fabbricati; forse non sono ancora state del tutto determinate: questi dati sono essenziali per poter procedere alla stima delle indennità e alla determinazione della risorsa finanziarie che deve disporre il Comune per procedere alla realizzazione delle opere.
L’elaborazione dei dati forniti dal comune ha consentito di accertare che la superficie complessiva degli espropri è di ettari 126,24 (mq 1.262.400) suddivisa come segue:
-per le vasche di laminazione ettari 94,36 (mq. 943.600) e non ettari 41,2
-per l’ampliamento dei canali ettari 31,88 (mq. 218.800)
– il progetto prevede opere di regimazione idraulica prevalentemente nella parte urbana di Olbia; non sono state approfondite soluzioni alternative;
– sono opere particolarmente significative, per l’impatto che avranno sul tessuto urbano;
– l’insieme di opere, così come previste in detto progetto, appare come del tutto slegato dal contesto urbano nel quale andrà a ricadere;
– l’esecuzione di dette opere modificherà, sostanzialmente, l’assetto urbano della città, con inevitabili grosse compromissioni del tessuto urbanistico attuale;
– la soluzione adottata potrebbe rivelarsi anche idonea sul piano idraulico ma devastante su quello urbanistico, con peggioramento della qualità della vita nella città e con la creazione di imponenti danni patrimoniali ai privati ed alla stessa municipalità;
– detti danni sembrano, al momento, talmente consistenti da essere non quantificabili, in considerazione della concatenazione dei contraccolpi economici, sociali ed ambientali che l’esecuzione e la messa in funzione delle opere genererà;
-da evidenziare anche i danni che potrebbero causare le vasche di laminazione e le modalità di utilizzo, gestione e funzionamento;
L’ampliamento dei canali comporta l’esproprio parziale di terreni agricoli, aree edificabili, aree edificate (immobile costituito dal corpo di fabbrica, cortile, giardino, parcheggi ed eventuali altre pertinenze) e conseguentemente determina un significativo deprezzamento del valore dell’immobile residuo.
La perdita di valore è dovuta a numerosi nuovi fattori: la perdita di parte dell’immobile, la presenza talvolta nell’uscio di casa dell’acqua del canale, la condizione in molti casi di rientrare nelle distanze previste nel R.D. n.523 del 25/07/1904 e per i canali di bonifica e quindi la parziale o totale inedificabilità e/o la impossibilità di utilizzare volumi residui o norme che consentono in condizioni normali l’ampliamento del fabbricato, la presenza di servitù per l’accesso alla pulizia e manutenzione dei nuovi canali.
Ulteriori sorprese, infatti, saranno evidenti al momento che si andrà a definire compiutamente il piano particellare degli espropri. L’art. 33 del Testo Unico Espropriazione per Pubblica Utilità D.P.R. n.327/2001 prevede che “Nel caso di esproprio parziale di un bene unitario, il valore della parte espropriata è determinato tenendo conto della relativa diminuzione del valore” vale cioè il principio del valore complementare e quindi l’indennità è pari alla differenza fra il valore venale del bene ante esproprio e il valore del bene post opera.
Altri oneri finanziari saranno necessari per le indennità di occupazione temporanea di aree non soggette ad esproprio (Art.49) e le indennità per l’imposizione di servitù (Art.44).
A questo punto mi chiedo, e ci chiediamo, ma è stato un caso che al momento della votazione per l’approvazione del progetto Mancini/Tilocca erano presenti in aula solo 14 consiglieri di maggioranza oltre al Sindaco? Forse non è un caso che qualche consigliere che ha votato favorevolmente il progetto oggi cerca di tenere le distanze dall’evolversi delle procedure tecnico/amministrative”.