Non bastavano decine di furti subiti con la progressiva sparizione di tanti strumenti di lavoro, da piccoli utensili a costosi macchinari, ora, a mettere definitivamente in ginocchio la sua azienda fondata 55 anni fa dal padre, arrivano anche i danneggiamenti. Ieri mattina, appena varcato il cancello del cantiere, Giuseppe Addis ha avuto l’ultima sorpresa. I cavi elettrici dei macchinari utilizzati per la realizzazione dei manufatti in cemento sono stati recisi. I collegamenti con le consolle idrauliche, le tramogge, i piatti vibranti, gli impianti di betonaggio ed altre attrezzature, sono stati fatti a pezzi causando un danno di almeno 25 mila euro senza contare che per via delle attuali condizioni è impossibile riprendere a lavorare. “Ora abbiamo toccato il fondo. Ci hanno messo in condizioni di non lavorare più. Prima ci hanno praticamente rubato di tutto e ora, è evidente, vogliono che ce ne andiamo da qui.”
Giuseppe Addis non ce la fa più ad usare il misurino per le parole. La diplomazia l’ha persa da tempo. Le sue accuse sono dirette e senza giri di parole. Le disavventure, scandite da decine di denunce rilasciate ai Carabinieri e alle forze dell’ordine in genere, sono cominciate da quando il Comune ha deciso di spostare il campo rom dalla zona di Colcò, evidentemente troppo vicino all’aeroporto dei vip, a Sa Corroncenda, a pochi metri dal suo cantiere. Da allora la sua azienda si è trasformata in un supermercato della razzia. Addis non si può permettere un servizio di vigilanza costante né è in grado di realizzare un impianto di video sorverglianza. Ogni mattina, quando spalanca il cancello d’ingresso al suo cantiere, non sa mai cosa lo aspetta. Lo scorso anno lo abbiamo intervistato e già allora era arrivato sull’orlo della disperazione dopo che aveva subito una marea di furti.
“Mi sento solo e preso in giro – dice Giuseppe Addis -. Ora hanno alzato il tiro e vogliono che ce ne andiamo. Sicuramente li disturbiamo – aggiunge con la testa indirizzata verso quelli che ritiene gli unici responsabili della deriva della sua attività -. Io faccio denunce su Facebook, sulla stampa, parlo chiaro, mi lamento con l’assessore ma le cose vanno sempre peggio. Della nostra situazione nessuno se ne interessa. Mi sento impotente e abbandonato dalle istituzioni che, invece, dovrebbero proteggere i cittadini e tutti coloro che con fatica provano a guadagnarsi da vivere. Ora non posso neanche lavorare e non so come andare avanti”. Ieri mattina Giuseppe Addis ha fatto una nuova denuncia ai Carabinieri che segue quella fatta lunedì mattina. “Io continuo a fare denunce, credo di averne sporto più di 20 fino ad oggi per il resto non so più cosa fare”.