In epoca in cui anche la pubblicità ha sdoganato anonimi rumori corporali, desta clamore la vicenda finita nelle aule del tribunale di Tempio Pausania e diffusa dall’Unione Sarda in edicola oggi ►. Un presunto peto, infatti, è al centro di una querelle che riguarda una trasmissione televisiva elettorale andata in onda su Radio Tele Gallura durante le campagna elettorale per le regionali del 2019.
Durante il dibattito in diretta qualcuno avrebbe udito distintamente un rumore che fin da subito fu oggetto di commenti e risatine più o meno esplicite. Il tutto sarebbe finito lì ma uno degli ospiti, Alessio Pasella, 66 anni, candidato con Sardegna 20Venti, ha sostenuto di essere stato danneggiato in quanto fatto oggetto di sberleffi e derisioni soprattutto attraverso un video, estrapolato dal programma e fatto girare in maniera virale su WhatsApp. Da qui la denuncia per diffamazione nei confronti di cinque persone affidata al legale Emanuela Provenzano.
La Procura, però, ha archiviato il caso poiché “non vi è esplicito riferimento alla riconducibilità della condotta rumorosa alla persona offesa” ma Alessio Pasella sostiene che non c’è stato alcun peto durante il programma e si è opposto all’archiviazione chiedendo che vengano fatte tutte le indagini per il reato di diffamazione. Martedì 11 gennaio prossimo il Gip esaminerà il fascicolo.
“Capisco che possa sembrare poca cosa – ha detto Alessio Pasella raggiunto al telefono – e sicuramente la magistratura avrà cose ben più importanti di cui occuparsi ma qui c’è in gioco la mia onorabilità. Io ho sempre vissuto nel rispetto delle persone e mai mi sarei aspettato un attacco così miserabile allo scopo di danneggiare la mia immagine. Conosco bene la politica – Pasella è stato consigliere comunale per anni a Oschiri, suo paese d’origine, ndr – e ci stanno gli attacchi agli avversari ma c’è un limite, soprattutto quando si mettono in piedi accuse così miserabili. Mi dispiace ma questo genere di manipolazioni non le posso accettare da nessuno e chi ha sbagliato dovrà assumersi le sue responsabilità. Andrò avanti perché mi piace agire alla luce del sole – ha concluso Pasella -. Fino ad ora ha riso tanta gente per questa storia, ora vedremo se la magistratura permetterà anche a me almeno di sorridere”.