Lo skipper dell’Amore avrebbe lanciato l’allarme via radio sostenendo già nel Mayday di aver impattato su una roccia dopo aver evitato la collisione con una barca che viaggiava in senso contrario.
PUNTO CENTRALE. È questa la versione dello skipper del Cherokee 64 “Amore” all’esame della Procura di Tempio Pausania. È l’elemento centrale di tutta la vicenda in cui ha perso la vita Dean Kronsbein, l’industriale di 61 anni londinese, re delle mascherine anticovid, che si trovava a bordo con altre sei persone comprese la moglie e la figlia tutt’ora ricoverate rispettivamente negli ospedali di Olbia e Sassari. I superstiti dovranno essere sentiti in Tribunale.
ROTTE SUL GPS. Sarà fondamentale l’esame del GPS per capire con esattezza scientifica la rotta della barca che è andata a schiantarsi conto L’Isola delle Rocche, un isolotto a sud di Li Nibani. Come si sa la Procura ha posto sotto sequestro non solo l’Amore ma anche il Sweet Dragon, il Magnum 70, appartenente alla famiglia Berlusconi. Sotto inchiesta è finito anche il suo comandante, Luigi Cortese di 57 anni, residente a Olbia.
SWEET DRAGON. Da quanto trapela, però, si ha la sensazione che il Sweet Dragon non c’entri nulla con l’incidente. Naturalmente sarà il procuratore Capasso a stabilirlo una volta sentiti tutti i testimoni e analizzato le rotte registrate dal GPS. Lo scafo della famiglia Berlusconi è stato quello che si trovava più vicino all’incidente ma questo non significa che fosse proprio sulla stessa rotta contraria alla barca della vittima.
CAMBIO DI ROTTA. Al momento sembrerebbe, invece, che lo Cherokee 64 avrebbe improvvisamente cambiato rotta. lI motoscafo sarebbe andato dritto per dritto e a velocità sostenuta contro un grande scoglio. Occorre tener presente che il sole era al tramonto e c’era comunque una buona visibilità. Il comandante del Sweet Dragon Olbia avrebbe raccontato di aver visto la barca di Kronsbein passare longitudinalmente davanti a sé da sinistra a destra fino a schiantarsi sull’estremità dell’Isola delle Rocche, poco più a sud dell’isola Li Nibani. Ancora qualche metro a destra e l’avrebbe evitata o presa di fianco. È un’ipotesi ovviamente ma, dal punto di vista geografico, le cose potrebbero non discostarsi troppo da questa ricostruzione. Vedremo cosa riveleranno i GPS delle due barche.
DOV’ERA IL SWEET DRAGON. Al momento sappiamo che il Magnum 70 della famiglia Berlusconi stava rientrando a Porto Rotondo dopo aver accompagnato alcuni ospiti a bordo del veliero di 48 metri Morning Glory sempre appartenente a Silvio Berlusconi. A bordo, oltre a Cortese, sembra ci fosse solo suo figlio.
BARRA A DRITTA. Lo yacht Amore, invece, dirigeva verso Porto Cervo. Per questo motivo, con tutta probabilità, in procinto di affrontare il Passaggio delle Galere (tra Li Nibani e la costa della Sardegna) avrebbe dovuto trovarsi a sinistra del Sweet Dragon (la rotta rossa nella foto) per poi restare nella stessa corsia fino all’ingresso in porto a Porto Cervo.
PAURA A BORDO. Ma qualcosa deve essere successo pochi istanti prima. Certamente la barca non andava col pilota automatico. Nelle acque della Costa Smeralda sarebbe impossibile visto il gran numero delle imbarcazioni presenti. Potrebbe essersi verificato un guasto o, più ragionevolmente, un improvviso malore a bordo sulla strada del ritorno tale da lasciare il timone per pochi secondi fatali? Dean Kronsbein, che sembrerebbe morto per un problema cardiaco e non per ferite o traumi dovuti all’impatto, stava già male prima dello schianto? Qualcuno a Porto Cervo, che lo avrebbe visto al mattino, sostiene che mr. Kronsbein non sembrava in gran forma. Si vedrà. In questo caso sarà determinante l’esito dell’autopsia.
IN MARE. Stando sui fatti occorre notare un altro elemento. L’unico caduto in mare in seguito all’impatto contro gli scogli è stato proprio Kronsbein. Forse il malore che lo ha colpito non gli ha dato la possibilità di aggrapparsi da qualche parte finendo in mare privo di conoscenza ma vivo.
IL RECUPERO. Il Sweet Dragon ha caricato a bordo tutti i naufraghi. Sembrerebbe che Cortese, che si trovava a pochi minuti Porto Cervo, abbia richiesto via radio la presenza delle ambulanza in porto. Queste, invece, sarebbero giunte in porto dopo l’arrivo dei naufraghi. È qui che Dean Kronsbein ha smesso di respirare. A nulla sono serviti tutti i tentativi di rianimarlo da parte dei soccorritori giunti sul posto. La vicenda è ancora aperta e restano da chiarire tante cose in un vicenda che continua a interessare i media e il popolo britannico.