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Puc. Diffidati 7 Comuni. Tra questi anche Loiri Porto San Paolo e San Teodoro

7 Luglio 2015 ore 17:28 di Mauro Orrù    - 1 commento



Ci sono anche Loiri Porto San Paolo e San Teodoro tra i sette comuni diffidati dall’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu, per non aver completato l’iter di approvazione del Puc in adeguamento al Piano paesaggistico regionale (PPR). Le due amministrazioni, insieme a quelle di Cuglieri, Gonnesa, Pula, Santa Giusta, e Villaputzu hanno 60 giorni di tempo per scongiurare la nomina di commissari che, secondo la legge, verrebbero chiamati a provvedere in via sostitutiva.

 

Il Puc dei sette Comuni interessati dai decreti firmati dall’assessore degli Enti Locali, il cui territorio ricade interamente negli ambiti di paesaggio costieri, sono stati trasmessi per lo più non completi degli elaborati richiesti. Ora la Regione chiede di ottemperare alla richiesta di integrazione documentale entro 60 giorni: le verifiche di competenza saranno effettuate dalla Direzione generale della Pianificazione urbanistica, territoriale e della vigilanza edilizia.

 

“Il decreto di diffida – spiega l’assessore Erriu – non è un provvedimento di ostilità verso le Amministrazioni locali, bensì un richiamo alla necessità di completare percorsi che da troppo tempo non riescono a trovare il punto d’arrivo. Difatti, con l’approvazione della legge regionale n. 8/2015, il Consiglio regionale ha voluto accelerare i procedimenti di adeguamento dei Piani urbanistici comunali al PPR. Rimane salva la possibilità dei sindaci di giustificare gli eventuali ritardi per causa non imputabile alla loro Amministrazione. L’Assessorato resta in ogni caso a disposizione per accompagnare i Comuni nelle fasi di adeguamento dei Puc”.

 

Intervento di Giuseppe Meloni, sindaco di Loiri Porto San Paolo

 

Intervengo in merito alla vicenda delle diffide che sette comuni della Sardegna riceveranno nei prossimi giorni, da parte dell’Assessorato regionale dell’Urbanistica in merito alla mancata adozione definitiva dei loro PUC in adeguamento ai PPR, al fine di chiarire brevemente quanto segue.   


Se questa non fosse una materia seria, verrebbe da sorridere o comunque ironizzare nel constatare che vengono “sbattuti in prima pagina” come inadempienti proprio quei comuni virtuosi che, anziché restare immobili, hanno deciso di avviare con atti concreti le procedure volte all’adeguamento dei loro PUC al PPR.
In verità, quella che prevede l’invio della diffida ai comuni, è una procedura d’ufficio che si attiva in base alla nuova legge n. 8/2015, recentemente approvata in consiglio regionale. Ed è prevista per i caso in cui trascorrano più di 12 mesi tra la prima e la seconda adozione dei PUC.

 

 Lo scrivente, anche nella sua qualità di componente della commissione urbanistica in seno al consiglio regionale, è stato tra quei consiglieri che hanno voluto con convinzione questa procedura, con lo scopo di accelerare le pratiche “dormienti”. Tutto a vantaggio dei Comuni, i quali mediante osservazioni puntuali potranno dimostrare in taluni casi, per esempio, che la mancata adozione definitiva sia dovuta a cause a loro non imputabili e magari, come spesso accade, riconducibili alla negligenza di vari uffici regionali.


Tutti i comuni, in particolare costieri, che non hanno a tutt’oggi i loro PUC adeguati al PPR, e che non hanno ricevuta la diffida, sono i veri comuni inadempienti (la maggior parte dei Comuni della Sardegna), ossia quelli che sono talmente indietro da non aver ancora adottato i PUC nemmeno in via preliminare.

 

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