
La sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’art. 29, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, in riferimento al Piano strategico nazionale della portualità, lascia spazio ad una sola interpretazione: il Governo non ha rispettato il dettato costituzionale ed ha preso decisioni che non gli spettavano”. E’ quanto dichiara l’on. Settimo Nizzi, deputato di Forza Italia, commentando la sentenza con la quale la Consulta ha bocciato il progetto strategico nazionale su porti e aeroporti del Governo, nella parte in cui non è stata prevista nessuna concertazione e coordinamento con le Regioni.
“Senza la pronuncia della Corte – continua Nizzi – le scelte sconsiderate del Governo Renzi avrebbero provocato danni considerevoli. Eclatante in tal senso il caso della Sardegna dove, a parere di Renzi e di Del Rio, le due Autorità portuali dovrebbero essere accorpate, lasciando in vita solo quella di Cagliari. Una decisione che quanto meno denota la scarsa cognizione dei problemi della Sardegna e delle peculiarità di questo territorio da parte dell’esecutivo. Arrivati a questo punto – conclude Nizzi – un passo indietro da parte del Governo è diventato quanto mai doveroso, tuttavia, poiché il Premier ha già dato prova di non sentirsi vincolato dalle sentenze della Suprema Corte, ho chiesto in una lettera al Presidente Pigliaru (che pubblichiamo di seguito, ndr) di adoperarsi nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni affinché, insieme agli altri Governatori, possa far fronte comune per dar vita ad un nuovo sistema portuale nazionale competitivo e rispettoso delle diverse peculiarità territoriali e, in particolare, impegnarsi per far rimanere invita le due Autorità portuali della Sardegna, senza le quali l’economia della nostra Isola rischia di subire ingenti perdite economiche ed occupazionali”.
“Egregio Presidente,
lo scorso venerdì 11 dicembre 2015 la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 261, ha posto fine alla diatriba che si era venuta a creare tra lo Stato e le Regioni in merito al Piano strategico nazionale della portualità, previsto nel decreto c.d. “Sblocca Italia”.
Nello specifico, la Suprema Corte ha dichiarato illegittimo l’art. 29, comma 1 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nella parte in cui non ha previsto che il piano strategico nazionale della portualità e della logistica fosse adottato in sede di concertazione e di coordinamento con la Conferenza Stato-Regioni.
I giudici costituzionali, infatti, hanno evidenziato come la norma in questione sia in conflitto con l’articolo 117 della Costituzione, che prevede la competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni in materia di “porti e aeroporti civili”.
E’ evidente che la pronuncia della Corte Costituzionale ha messo un freno al tentativo illegittimo, da parte del Governo Renzi e della sua maggioranza, di trasferire le competenze portuali a livello statale e, di conseguenza, ha dichiarato la fallibilità della tesi governativa secondo la quale la causa della bassa competitività del sistema portuale e logistico nazionale sarebbe imputabile al c.d. “municipalismo portuale”.
Qualora questo impianto legislativo non dovesse essere modificato radicalmente dal Governo, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, la nostra Regione sarebbe tra i territori portuali quello che rischia di subire i maggiori danni, poiché il sistema dell’accorpamento delle Autorità Portuali lascerebbe attiva solo quella di Cagliari.
La Sardegna, infatti, più di ogni altro territorio portuale, rischia di subire i maggiori danni da questo accorpamento, giacché si tratta di un territorio completamente delimitato dal mare, dal quale attinge la sua ricchezza economica, e che presenta al nord ed al sud delle peculiarità logistiche ed economiche e delle problematicità molto diverse tra loro.
Per le ragioni espresse in premessa, Le chiedo di impegnarsi nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni affinché i Governatori, alla luce della succitata sentenza della Suprema Corte, possano far fronte comune allo scopo di dar vita ad un nuovo sistema portuale nazionale competitivo e rispettoso delle diverse peculiarità territoriali, in particolare affinchè rimangano in vita le due Autorità portuali della Sardegna, senza le quali l’economia della nostra Isola rischia di subire ingenti perdite economiche ed occupazionali.
Una sana competizione non può che rafforzare l’intero territorio regionale, oltretutto con un’auspicata iniziativa in tal senso, anche la popolazione del Nord Sardegna vedrebbe ridursi il persistente depauperamento istituzionale, teso a desertificare ancor più le poche istituzioni oggi presenti”