
Altro che unificazione. Le due anime del PD olbiese non sono mai state così lontane. Ad aumentare la frattura tra il PD1 (Area Degortes) e il PD2 (Area Scanu) è esplosa la questione dello spostamento del Tribunale da Tempio a Olbia. La guerra, tutta interna al Partito Democratico, è divampata già dalle prime dichiarazioni di Tomaso Visicale, segretario provinciale tempiese, baluardo del mantenimento della sede sotto il Limbara, eletto dal blocco “nardiniano” (PD1). In una nota inviata dalla segreteria cittadina di via Roma, Angela Corda invita i componenti olbiesi (e fa i nomi uno per uno!) che hanno contribuito in maniera determinante all’elezione di Visicale, a dimettersi dall’organo provinciale.
“Le grandi emergenze portano, tra le altre conseguenze, a far si che coloro che le subiscono tendano a disvelare la propria essenza più profonda. La vicenda della giustizia in Gallura – si legge nella nota firmata da Angela Corda – non si sottrae a tale valutazione. È singolare constatare le diverse modalità d’approccio al problema.
In una situazione che vede il Partito Democratico Olbiese contrapporsi in due schieramenti antitetici l’uno all’altro, si può registrare l’attività fattiva e determinante di una parte che, attraverso il rappresentante del Partito in Parlamento ed il proprio organo di Segreteria Cittadina, si batte da anni per lo spostamento del presidio di giustizia nella città di Olbia.
Con ciò consentendo da un lato che il territorio possa continuare a fruire di tale servizio primario giudiziario e dall’altro operando per ottenere la sua possibile sopravvivenza, posto che si è rivelata evidente la possibilità che il Comune di Tempio ed il suo territorio manchino dei numeri e delle forze necessarie per l’ottenimento di tale risultato.
Di contro l’altra anima olbiese del Partito si è tenacemente battuta per porre a capo di una segreteria, peraltro costituita al di fuori delle regole, un segretario che a chiare lettere annuncia la sua intenzione di spendere ogni energia per impedire, si badi bene, non la soppressione del Tribunale, ma il suo spostamento nella città di Olbia.
Di tale notizia vi è stata nei giorni passati vasto eco sui media.
Naturalmente constatata la portata e la pericolosità della gaffe posta in essere dal Visicale, si è cercato in qualche modo di porvi riparo, sia attraverso la sua dichiarazione di aver parlato a titolo personale, sia con la farsa di una dichiarazione di autosospensione di taluno dei membri olbiesi (2 su 4 olbiesi) della segreteria provinciale.
Ritengo che la tanto auspicata unificazione del partito parta davvero col piede sbagliato.
Credo altresì che sarebbe davvero cosa dignitosa, che tutti i membri olbiesi dell’Assemblea Provinciale (Ricciu Giovanni Maria, Pascucci Liliana, Damigella Luigi Agrippino, Corda Anna Maria Franca Maddalena, Careddu Carlo, Loriga Antonio, Degortes Marianna, Maludrottu Alessandro, Degortes Sara, Mulas Antonio Ignazio, Kapatzoris Giorgia, Deriu Giorgio, Loriga Veronica Antonella, Soma Dionigi, Stazzu Michela, Achenza Marino Giuseppe, Bittu Paolo, Petta Martina) che hanno in maniera determinante contribuito all’elezione sia pure illegittima, del Visicale, marcassero le distanze da costui dimettendosi dall’organo provinciale, ivi compresi i consiglieri comunali che hanno eletto il Visicale.
Mi auguro vivamente che questa sorta di dialogo suicida cessi anche perché sono certa che la diatriba stia distogliendoci dall’obiettivo del mantenimento del Tribunale in Gallura che evidentemente solo ad Olbia può sopravvivere.
Non mi curo invece – conclude Angela Corda – della voce di tutti quei personaggi che intervengono sulla materia senza aver profuso un solo grammo di impegno nella battaglia e al solo scopo di ottenere una misera ed effimera visibilità personale”