
Mentre la politica olbiese ha archiviato i risultati del congresso del PD che ha eletto le segreterie cittadina e provinciale, a destra che succede? Nulla. Calma piatta e silenzio. Olbia, ex enclave forzista, quella che consegnò le chiavi della città a Silvio Berlusconi ai tempi in cui non c’era nulla per nessun altro che non avesse sangue azzurro, non solo sembra lontana anni luce, ma quel che appare sconcertante è l’assoluta mancanza di reazione rispetto alla sequela di batoste elettorali fin qui rimediata. E così il partito oggi è rappresentato dai pochi consiglieri comunali che ancora resistono.
Dalle ultime elezioni regionali Tonino Pizzadili è passato a Unidos, Franco Casu si è visto solo il giorno dell’insediamento del Giovannelli Bis sì è guardato bene dal dimettersi per lasciare la sedia al primo dei non eletti. Del resto nessuno lo ha mai disturbato. Settimo Nizzi, presente per mezz’ora nell’ultimo Consiglio comunale è ormai romano d’adozione e staccato dai suoi concittadini che lo avevano incoronato monarca della città di Olbia; Michele Fiori ma soprattutto Marzio Altana si vedono ogni tanto, Angelo Cocciu si dimette “ad elastico” dalla Commissione Speciale Per L’Alluvione. Francesco Sanciu, Tiziano Pinna, Pietro Carzedda, Giovanni Casalloni e il Vigile del Fuoco fresco di pensione Valerio Spano, resistono più per inerzia che per vocazione politica.
L’unico che prova a esercitare il suo ruolo è il capogruppo Marco Piro ma, anche lui, si è guardato bene dall’affondare i colpi quando la maggioranza sembrava a pochi passi burrone. In questi quattro anni il partito di Berlusconi non ha neanche omologato il passaggio da PDL a Forza Italia. A parte il fuoco di paglia con la chiamata alla armi dello scorso fine anno con la costituzione di due Club Forza Silvio messi su in fretta e furia da Tore Pinna (riferito a Marzio Altana) e Antonio Noli (riferito a Michele Fiori) per preparare il terreno ai congressi, Capellacci e Pittalis non hanno avuto il coraggio di fare l’appello per contare le forze residue. Da allora, oltre due mesi di silenzio interno. Nessun coordinatore regionale, nè provinciale, nè cittadino. Nessuno che organizzi e nessuno che decida. Risultato: partito allo sbando e uomini in fuga.
E ora ecco le previsioni Meteoelettorali per i prossimi 12 mesi. Teniamo conto che l’aula del Consiglio comunale verrà ridotta da 40 a 30 consiglieri. Per capire come tira il vento basta scorrere la bobina dell’intervento di Gian Piero Scanu di domenica scorsa. L’onorevole, come tutti sanno, non parla mai a vanvera e soprattutto non spara a pallettoni. Scanu ha detto con estreme chiarezza che “destra e sinistra sono concetti superati anche a Olbia”. Il suo PD2 esprimerà certamente un candidato sindaco ma, come lui stesso ha detto, sarà sostenuto da liste in chiave civica. Un chiarissimo ultrasuono sopra la soglia del normale udibile per la massa. Un dolce e suadente richiamo per una parte degli stessi consiglieri di Forza Italia.
Da tempo di parla di un certo interesse nei confronti di Altana, Fiori e, malgrado le smentite, persino il fratello d’Italia Matteo Sanna, potrebbe essere risucchiato dall’attrazione centripeta di un PD, Partito della Nazione, tra le possibili new old entry. Non dimentichiamo che “los Sanna’s” (Matteo e Vanni) sono già stati alleati di Scanu in quella specie di “paraculata” elettorale chiamata Colazione Democratica nata esclusivamente per distruggere, come è avvenuto, Settimino Nizzi. A proposito di Vanni Sanna. Il presidente “super partes” del Consiglio comunale, quanto può esserlo Rocco Siffredi nella scelta tra Valerio Scanu e Charlotte Caniggia, continua ad essere l’unico, fino a questo momento, ad aver annunciato la sua candidatura a sindaco di Olbia. Il Sanna sembra stia intessendo rapporti con l’ex europarlamentare Giommaria Uggias, mentre gli “amoreggiamenti” tra una parte di Forzisti è il PD1 altro non sarebbe che il preludio di all’altra grande coalizione.
Dunque, ricapitoliamo. Per provare a tracciare la nuova mappa delle colazioni elettorali al momento se ne intravedono almeno 4. Partendo dal presupposto che il PD si spaccherà definitivamente in due partiti distinti (occorrerà capire quale dei due terrà la bandiera e quanti non si ricandideranno), ecco cosa potrebbe succedere:
N°1, Gian Piero Scanu e tutto il PD2 con liste civiche, parte di Forza Italia, UDC (popolari) e un candidato sindaco che potrebbe non essere lo stesso Scanu.
N°2, Nardino Degortes con Carlo Careddu, uomo di Soru in Gallura, candidato sindaco, tutto il PD1, e la maggior parte di Forza Italia, Riformatori, UPC e Centro Democratico.
N.3, i Civici, almeno due liste di Vanni Sanna e L’Italia dei Valori di Giommaria Uggias.
N.4, i partiti identitari da Unidos di Pizzadili e Appeddu, al PSd’Az, Laboratorio Gallura che farà certamente una lista e altre forze sarde.
In questo teatro risulta ancora non pervenuto il più sonnacchioso dei circoli pentastellati d’Italia. Se continueranno a nascondersi non è detto che gli elettori si accorgano dell’esistenza del Movimento di Beppe Grillo. In attesa di capire quanto di reale possano essere queste previsioni meteoelettorali, assegnamo in fattore K ad una lista Leghista e di destra che potrebbe germogliare a olbia all’ombra di Salvini. In tutto questo che fine farà Forza Italia? Chi vivrà vedrà