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Primo giornale online di Olbia

Consiglio comunale aperto sul rischio idraulico. Il prof. Mancini “riboccia” il progetto canali scolmatori.

17 Febbraio 2015 ore 0:21 di Mauro Orrù   



I tecnici dello Studio D’Equipe di Olbia l’avevano tanto atteso. Dopo una serie di affollati incontri con la popolazione, puntualmente disertati dalla Giunta e dalla maggioranza che hanno sempre guardato dall’alto in basso al loro progetto, per quanto non perdano occasione di dire il contrario, ieri, finalmente era il giorno tanto atteso. Un Consiglio comunale aperto con un’unico punto all’ordine del giorno: “Salvaguardia idraulica di Olbia tramite i canali scolmatori San Giovanni Paolo II e Santa Lucia”, o più semplicemente il “progetto canali scolmatori”, quello alternativo al progetto Mancini già scelto dalla Giunta per risolvere il rischio di subire alluvioni disastrose come quella del novembre 2013. Ebbene, poco prima dell’inizio, con tanto di trolley, spunta proprio lui, il prof. Marco Mancini al seguito dell’assessore Careddu e del sindaco Giovannelli rinetrati insieme da Cagliari. “Sarà venuto ad ascoltarci”, pensano quegli illusi dello Studio D’Equipe. Manco per sogno. Dopo la breve presentazione dell’idea progettuale dei dottori Corrao e Fenu e del geometra Demuru, e alcuni interventi misti tra politici e cittadini, Mancini sale in cattedra e, per la seconda volta, dà i voti agli “scolaretti”.

“Il modo in cui ci siamo misurati questa sera – ha detto Andrea Demuru al termine del Consiglio intorno alle 23:00 – a noi non è sembrato corretto. Ho sentito molte imprecisioni – ha aggiunto – e comunque ancora una volta ci siamo presi l’insufficienza dal professor Mancini. Il prof. ci ha dato 4 già al primo esame e al suo progetto (quella di cui Mancini è firmatario, ndc) si è dato 10″.

Come? Il progetto firmato dal professor Marco Mancini è stato votato dallo stesso Mancini con 10?. Forse non abbiamo capito bene e per questo motivo riportiamo indietro la registrazione. Demuru, rivolgendosi a Mancini ha proprio detto così: “Ci ha già giudicato dandoci il voto professore (“non ho dato il voto”, replica Mancini), si invece, lei ha dato il voto alla nostra soluzione e ci ha dato 4 e alla sua ha dato 10. (Allora avevamo capito bene, ndc). Noi non siamo improvvisati né leggeri – ha aggiunto Demuru in uno scatto di orgoglio – abbiamo messo passione nel nostro lavoro e le posso assicurare che prima di pronunciarci ci siamo consultati con uno studio del suo stesso livello. E sa cosa ci hanno detto? Che danno 4 a lei e 10 a noi!”.

Voti a parte, stile pagelle delle elementari, di certo il dibattito in Consiglio ha preso una piega inaspettata. La sala era piena di gente come raramente si vede. Lo Studio d’Equipe doveva presentare il suo progetto, o meglio, la sua idea progettuale visto che è un lavoro non retribuito e dunque non commissionato da nessuno. Un lavoro che per essere preso in considerazione si è “mascherato” da osservazione pur di finire sulle scrivanie cagliaritane degli organi terzi che decideranno soluzione da adottare. Almeno oggi, l’assessore dell’Urbanistica Carlo Careddu (PD1) avrebbe potuto lasciare la platea al progetto alternativo e accompagnare il professore in hotel per preparare l’appuntamento di domani, mercoledì 18 febbraio all’Olbiaexpo dove Mancini spiegherà alla gente (quella che riuscirà a trovare posto a sedere) il suo progetto.

Sarebbe stato più utile in questa fase, fare domande su come sarebbe cambiata la città secondo i progettisti sardi, su come gli olbiesi avrebbero potuto sentirsi protetti da un ciclone, su come funzionano i canali scolmatori quando attraversano le colline sotto terra e altre perplessità. Perché di dubbi non ne mancano, né da una parte né dall’altra. Niente da fare. Demuru & C. avevano persino la presunzione di farsi ascoltare da quei 17 consiglieri di maggioranza che si sono presi la responsabilità di votare il piano Mancini senza sapere nulla o quasi dell’altro progetto. Questi signori dello Studio d’Equipe, questi romantici mossi dal sacro furore meritano un 4, per stare larghi, anche in comunicazione!

E pensare che tutto era cominciato bene. Sembrava davvero di assistere ad un rigurgito di democrazia in salsa olbiese non fosse altro per quello che in fin dei conti altro non era che un “contentino” ai tre fans degli scolmatori (mancava il 4°, l’ingegnere idraulico!). Loro per primi si erano allineati al compito con un intervento di presentazione brevissimo perché, come era logico, si aspettavano le domande per poter approfondire li temi del loro lavoro. Il presidente Vanni Sanna aveva persino dettato le regole: 5 minuti a testa per gli interventi o per le domande. 5 minuti per tutti tranne che per il professore che se ne ha presi 60 in cui, da ospite, è salito in cattedra e ha letteralmente massacrato il progetto dei canali scolmatori. Tutto sbagliato. Morale, quello che doveva essere un Consiglio comunale fatto per la gente e per i politici all’oscuro del progetto n°2, si è trasformato in un trionfo di numeri, di pendenze, di volumi, di livelli di massima piena, di sezioni a monte e a valle, di portate ecc.

Unico elemento fuori tema, un messaggio per niente tenero al prof. Nicola Sechi che ha avuto l’ardire di mandare una lettera a Olbianova letta in parte da un cittadino durante l’assemblea. “Un collega che parla dalla sua posizione per dire quelle cose – ha sentenziato Mancini – a me dà un po’ fastidio. Perché è come se io parlassi di Ecologia. Io parlo delle cose che ho studiato e che conosco e credo che dobbiate stare attenti a persone che parlano quando non hanno una competenza specifica della materia”.

Peccato sia andata così. Per la cronaca il dibattito si è concluso con l’aula deserta. Un vero e insapettato flop.  Ora i riflettori sono puntati all’Olbiaexpo. La sala convegni più piccola della città di Olbia scelta dall’amministrazione per spiegare a tutta la cittadinanza il progetto che, è bene sottolinearlo, ha già scelto per la mitigazione del rischio idraulico. L’appuntamento, per chi troverà posto, è previsto alle ore 16:00. Quelli dello Studio D’Equipe sono invitati. Speriamo non parlino per un’ora.

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