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‘è un lembo d’asfalto a Pittulongu che sembra maledetto. Un incrocio a raso che negli anni sessanta, quando il turismo muoveva i primi passi e gli olbiesi avevano al massimo una piccola auto per famiglia, poteva anche andar bene. Ma oggi? Oggi, senza paura di facili smentite, è un attentato alla vita degli automobilisti.
La cronaca di questa mattina lo conferma in modo drammatico: dieci feriti, tra cui tre bambini piccolissimi, nell’ennesimo schianto che trasforma quello svincolo in un ring automobilistico. Una turista tedesca brucia lo stop e di colpo si materializza la carneficina. La famiglia coinvolta – giovani coniugi con tre bimbi a bordo – deve la propria salvezza agli airbag che hanno funzionato a dovere. Perché se al posto di quella vettura ci fosse stata un’utilitaria di vecchia generazione, ora staremmo cambiando i colori del soccorso dal giallo al nero, ammesso che ci fosse.
Ma fino a quando dobbiamo continuare a contare morti e feriti? Quel tratto di strada ha già mietuto diverse vittime e ogni estate si trasforma in una roulette russa per chi deve raggiungere le spiagge o deve rientrare in città. L’ironia della sorte vuole che poco oltre lo svincolo esista una seconda entrata per la prima e seconda spiaggia del Lido: chiudere l’incrocio, dunque, non creerebbe alcun problema di viabilità, anzi, la migliorerebbe.
Al massimo si potrebbe mantenere l’accesso a Pittulongu (La Playa come ancora la chiamano i più maturi) solo per chi arriva da Olbia ma di certo non si può continuare a fare finta di nulla. Quel dislivello anacronistico, aperto nei due sensi di marcia, è un relitto di un’epoca in cui il traffico estivo era al massimo una gentile passeggiata domenicale, non certo l’invasione motorizzata di oggi.
Olbia, la città delle rotatorie per eccellenza, quella che ne costruisce tante persino al servizio di attività commerciali in nome del business, quando si tratta di salvare vite umane improvvisamente non ha fretta. Meglio lasciare le cose come stanno, con la speranza che non si debba più raccontare di uno svincolo maledetto la cui unica colpa è essere nato nel dopoguerra e non essere ancora andato in pensione.
La domanda è la solita: vogliamo aspettare la prossima tragedia o finalmente qualcuno avrà il coraggio di mettere una pietra sopra questo incrocio assassino? Perché le spiagge di Pittulongu sono bellissime, ma non vale la pena rischiare la vita per raggiungerle.