
“Ci pare che gli unici ad aver dimostrato attaccamento all’azienda e serietà nel rispettare i patti siamo noi”. E’ la parte centrale del comunicato inviato ai colleghi della stampa dai dipendenti dell’emittente televisiva regionale con base a Olbia 5Stelle Sardegna. Niente stipendi, niente trasmissioni. Da oggi, come si legge nella nota, dopo una apertura di credito nei confronti dell’editore Gianni Jervolino, evidentemente elusa, riprende la dura protesta dei lavoratori della TV che da oggi spengono il segnale e non produrranno programmi di informazione, tra l’altro obbligatori per legge. Il braccio di ferro riprende senza che i dipendenti intravedano alcuno spiraglio nella trattativa che coinvolge in prima linea anche sindacati e assostampa.
“I dipendenti di 5 Stelle Sardegna, tecnici e giornalisti – si legge nel comunicato firmato dai dipendenti della TV – riuniti in assemblea in data 6 marzo 2015, preso atto dell’insostenibilità della situazione in atto, ritengono sia giunto il momento di riprendere le iniziative di lotta a tutela dei propri interessi e della propria dignità. A fronte dell’impegno dimostrato a più riprese nel garantire le fasce informative, le produzioni e, in generale, la continuità nella programmazione, spiace prendere atto del totale disimpegno, sia formale che morale, posto in atto dalla proprietà nei nostri confronti.
Sono ormai nove le mensilità in arretrato. Ci pare che gli unici ad aver dimostrato attaccamento all’azienda e serietà nel rispettare i patti siamo noi. Anche l’accettazione di un’ulteriore tranche di cassa integrazione in deroga, a partire dal primo febbraio e per cinque mesi, senza avere garanzie scritte sul saldo integrale o parziale degli arretrati né sulla ripresa dell’erogazione della quota di stipendio che dovrebbe garantire, rappresenta un’ulteriore dimostrazione del nostro spirito di sacrificio.
Ciononostante, l’editore dà l’impressione di sfruttare a proprio vantaggio, avvalendosi di un comodo attendismo, la fase preliminare del concordato preventivo al quale l’azienda ha fatto ricorso ai primi di febbraio. Con il risultato che, a tutt’oggi, non possiamo contare su alcuna speranza di pagamento, né della quota ordinaria di stipendio, né degli arretrati maturati, né tantomeno della quota “morale” di 200 euro settimanali che l’editore si era impegnato a garantire di fronte ai rappresentanti sindacali il 5 gennaio scorso.
Essendo tutto ciò intollerabile in qualunque contesto lavorativo e preso atto della totale assenza di prospettive che questa azienda continua a proporre ai suoi dipendenti, l’assemblea dei dipendenti, in accordo con i sindacati Cisl e Assostampa, annuncia il fermo totale dell’attività fino al pagamento di almeno uno stipendio”.