
Ormai si fa prima a contare chi resta: i giornalisti Nardo Marino e Daniela Astara il responsabile editoriale Maurizio Carta, il tecnico dei ponti radio Costantino Meloni e la segretaria Sabrina Deiana. L’editore Gianni Jervolino ha licenziato le giornaliste Costanza Bonacossa e Stefania Costa e il responsabile tecnico Domenicangelo Columbano. Si sono dimessi i tecnici Pier Paolo Brundu, Giovanni Azara, Cristian Azara, Giovanni Deiana e Paolo Desini. Il “bollettino” stato annunciato questa mattina durante la conferenza stampa dei dipendenti della TV regionale con sede a Olbia che si è tenuta di fronte alla chiesa di San Simplicio addobbata a festa in onore del Patrono della città. Presenti Celestino Tabasso (presidente Assostampa sarda), Fausto Spano (Consiglio direttivo Assostampa) e Adalberto Farina (Cisl).
Disposti in semicerchio intorno a due rotoli di carta igienica (l’editore Iervolino è anche produttore del marchio di prodotti per la casa Marbo), i dipendenti hanno espresso tutto il disappunto e l’amarezza per questo ennesimo capitolo della travagliata vicenda cominciata quasi un anno fa.
“Iervolino – ha detto Tabasso – ha già dimostrato di non saper fare l’editore, ora dimostra di non saper neanche licenziare. Gli atti sono sbagliati e ci auguriamo che a questo punto la Regione riveda le regole per l’attribuzione dei fondi a favore di un editore che licenzia i dipendenti in cassa integrazione. In tutta questa storia non può uscire sconfitto il diritto al lavoro”.
“Ci auguriamo che presto arrivi un nuovo imprenditore – ha detto Farina – per rilevare l’emittente che Iervolino sta portando allo sfascio. Dopo 11 mesi senza stipendio arrivano addirittura i licenziamenti mentre i dimissionari sono costretti a farsi da parte per poter accedere alle indennità”.
Per Fausto Spano siamo al paradosso: “Si sta profilando una sconfitta per manifesta inferiorità dell’avversario. Confidiamo nell’intervento della politica che si impegni ad assegnare i fondi per l’editoria a eventuali nuovi editori. Non si può finanziare chi vuole far morire l’emittente”.