
Olbia vecchia rivive nelle incisioni di Vittorio De Rosas, nato nel 1938 a Terranova, in via Romana, e cresciuto tra San Simplicio e il Corso. Utilizza da vero maestro le diverse tecniche che vanno dalla xilografia all’acquaforte, dalla maniera nera alla vernice molle, dalla punta secca all’acquatinta. In una monografia, intitolata “Segni nel tempo”, pubblicata nel 1993, si possono apprezzare i sorprendenti risultati del suo lavoro. Vittorio Derosas è riuscito a documentare in modo tanto efficace quanto poetico la storia minore di Terranova e del suo piccolo mondo, popolato da figure caratteristiche e familiari come il banditore, la fornaia,il venditore di pelli e cacciagione, l’impagliatore di sedie, i cozzari, gli arsellai, il fabbro, il calzolaio, gli emigranti in partenza dall’Isola Bianca.
I luoghi e i personaggi rappresentati da Vittorio De Rosas, autore di opere pittoriche e grafiche artisticamente pregevoli, sono sempre sospesi tra favola e realtà in una ricerca del mito e del simbolo. Guardando le sue incisioni, in un percorso suggestivo tra gli usi e i costumi di un’intera comunità, ci sembra di sentire i bisbigli delle donne nei vicoli, il suono degli antichi mestieri, gli odori degli ambienti.
“Ho documentato ciò che vedevo da ragazzino – racconta oggi De Rosas che incontriamo nella sua casa in via Trentino – e ho scelto di farlo attraverso le incisioni che considero la veste più nobile e preziosa per rappresentare la mia città. In diversi casi l’ispirazione è nata dai racconti dei miei genitori e dei miei nonni o dagli scritti di Elio Vittorini. Un personaggio olbiese, davanti al quale sostavo incuriosito, era l’impagliatore di sedie che, successivamente, è diventato un protagonista dei miei Segni nel tempo; lavorava anche come custode dei Giardinetti.
Un’altra figura tipica della vecchia Olbia era zio Bonomo, un venditore ambulante che si portava addosso tutta la sua mercanzia. Le pelli di volpe, penzolanti dalla sua schiena, attiravano gli scherzi dei bambini che si divertivano ad annodarle mentre lui girava per il paese. Un’ attrazione irresistibile era il forno di zia Mirra con il suo profumo intenso di pane e dolci che si spandeva per i vicoli della mia infanzia. Il nostro pifferaio magico era il Banditore Zi Antoni Lana che divulgava notizie e appuntamenti. Lo seguivamo nel suo consueto giro per il paese e mi colpiva la sua memoria: infatti, pur essendo provvisto in un foglio con tutti gli appunti, lo teneva sempre in mano, ben arrotolato e non lo apriva mai, forse perché non sapeva leggere”.
Vittorio De Rosas ha cominciato la sua attività artistica alla fine degli anni Quaranta e descrive così quel periodo: “Fare il pittore in quegli anni a Olbia era molto complicato. Gesuino Rassu, Lino Pes e io dovevamo faticare per reperire il materiale; cercavamo di arrangiarci con pezzi di compensato e con le terre che usavano i muratori. Negli anni Sessanta il gruppo di artisti era notevolmente cresciuto e ci fu una fioritura di iniziative anche di notevole livello, come le famose estemporanee di pittura con la partecipazione di artisti di primo piano. Ricordo anche una mostra collettiva che intitolammo “La Giovane Pittura Olbiese”, allestita in Corso Umberto nella galleria del fotografo Nello Di Salvo.
Inizialmente prediligevo i paesaggi; realizzai il primo quadro piazzando il cavalletto nell’orto di Antonio Giuseppe Maciocco in via Ponchielli e lo vendetti subito a un olbiese emigrato in Francia. Con l’andare degli anni ho approfondito l’arte dell’incisione ma, sin da quando ero ragazzo, mi incantavo davanti alle opere dei grandi maestri: i capolavori di Mantegna, Dürer, Goya; le acqueforti di Rembrandt, la Divina Commedia vista da Gustave Doré. Poi ho scoperto il valore della scuola sarda che univa la sicurezza esecutiva e l’eleganza del segno alla sensibilità e il gusto per il racconto popolare.
L’alluvione del 2013 ha provocato gravi danni alla mia casa ma ho salvato le attrezzature e ora sono pronto a ripartire, magari realizzando un progetto che mi sta molto a cuore: aprire una bottega dove insegnare ai giovani le tecniche e i segreti dell’incisione”.