OLBIA. “Gli uomini autori di violenza sono seriali, non hanno mai solo una sola vittima”. Parole forti, che non lasciano spazio a interpretazioni, pronunciate dalla presidente dei centri CAM Nord Sardegna, Nicoletta Malesa, durante l’evento organizzato al MusMat dalla sezione olbiese della Fidapa, dal titolo “Parole, musica e arte raccontano”. Una serata, realizzata con il patrocinio dell’Archivio Mario Cervo, pensata per dire basta alla violenza sulle donne attraverso letture di poesie, interpretazioni teatrali ed esibizioni musicali.
“Quell’uomo incontrerà altre donne – ha affermato Malesa –. Se non viene intercettato in tempo e coinvolto in un percorso di recupero, continuerà a compiere atti di violenza. Per questo è fondamentale lavorare anche con gli uomini”.
I Centri di Ascolto Uomini Maltrattanti, attivi dal 2014 a Olbia e Sassari e dal 2016 anche a Oristano e Nuoro, si occupano di supportare gli uomini che commettono atti di violenza in percorsi di recupero, con l’obiettivo di interrompere il ciclo di abusi. “Solo in questo nuovo anno, sono 150 gli uomini che hanno già accesso ai nostri servizi – ha aggiunto Malesa –. Moltiplicateli per il numero delle vittime che ciascuno di loro ha potuto creare”.
L’incontro, che ha visto una partecipazione numerosa, si è aperto con i saluti di Isabella Simongini, presidente della Fidapa sezione di Olbia, e Gianna Ledda, presidente Fidapa del Distretto Sardegna. Hanno partecipato anche la vice sindaca di Olbia Sabrina Serra e l’assessora alle Politiche Sociali Simonetta Lai.
Tra i momenti più importanti della serata, l’intervento del magistrato Marcella Pinna incentrato sulla figura della vittima all’interno del processo penale. “Il codice di procedura penale – ha spiegato il giudice – ha sempre messo al centro l’indagato e l’imputato, garantendo il diritto di difesa e la conoscenza del procedimento a suo carico. Tuttavia, negli ultimi anni, si è registrata una maggiore attenzione nei confronti della persona offesa, che non è più considerata una parte marginale, ma una parte attiva del processo, che merita tutta la nostra attenzione”.
L’evento, che ha visto alternarsi momenti di riflessione e testimonianze, è stato arricchito da esibizioni artistiche. Dall’incontro è emersa la necessità di aiutare le donne a denunciare, un primo atto di liberazione per chiedere aiuto.