OLBIA. Quella di oggi, domenica 27 marzo, in piazza Marinai d’Italia, è stata una serata di riflessione, poesia, mantra, meditazione e canti per dire no alla guerra. La “Preghiera per la pace” ha riunito sotto il segno dell’amore universale le comunità religiose presenti in città.
Hanno partecipato la Chiesa Cattolica, con il parroco della Sacra Famiglia don Andrea Raffatellu, la Comunità Islamica, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, l’Università Spirituale Mondiale di volontariato Brahma Kumaris, il Laboratorio Interculturale per l’Integrazione e la Comunità Cristiana “Per le Strade del Mondo”.
“Esistono tante guerre, grandi e piccole – ha dichiarato Virginia Maddalena Quaglioni (Brahma Kumaris) -. Quella in Ucraina ci sembra la più vicina a noi ma non dobbiamo dimenticare i conflitti in famiglia, nella relazioni e all’interno della società, insieme a rabbia, paura e preoccupazione, e a tutte quelle guerre interiori che ci allontano dalla pace”.
Durante la manifestazione, patrocinata dal Comune, i rappresentanti dei gruppi religiosi di Olbia si sono alternati al microfono sotto una grande bandiera della pace per esprimere il proprio messaggio di fraternità.
Serena Busalla e Corrado Lacava (Sokka Gakkai) hanno recitato il mantra buddista “Nam myoho renge Kyo”, condividendo con i presenti gli insegnamenti del presidente Daisaku Ikeda sulla sacralità della vita. Le diverse confessioni religiose hanno condannato all’unisono la violenza e condiviso, invece, il rispetto verso il prossimo. “Siamo qui per opporci alla guerra ognuno con la propria religione” hanno sottolineato i componenti della comunità islamica olbiese.
Nella serata di preghiera è stata organizzata una meditazione e sono state lette diverse poesie sul tema della pace e della solidarietà fra gli uomini, come “La luna di Kiev” di Gianni Rodari e “Fratelli” di Giuseppe Ungaretti.