OLBIA. I Carabinieri sarebbero sulle tracce della banda che lo scorso 6 gennaio ha aggredito una tredicenne olbiese. Tre ragazze sono già state individuate e denunciate al Tribunale dei minori. Alcune sono sotto osservazione da parte dei Servizi Sociali di Olbia.
L’accusa è pesantissima. Si parla infatti di lesioni gravi (il referto medico rilasciato in Pronto Soccorso subito dopo i fatti ha evidenziato una prognosi di 30 giorni di cura per la rottura del setto nasale della ragazzina), rapina e minacce.
Erano circa le 18:30 quando la vittima, che si trovava sul lungomare con un’amica, è stata avvicinata da un gruppo di giovanissimi, tra i 12 e i 14 anni. Secondo quanto esposto dalla tredicenne nella denuncia presentata ai Carabinieri, il branco avrebbe iniziato a deriderla, accerchiandola improvvisamente.
Due ragazze l’avrebbero immobilizzata tenendola per le braccia e una terza le avrebbe sferrato prima uno schiaffo e poi un pugno che le ha spezzato il setto nasale. Poi la violenza è continuata. Gli aguzzini l’hanno presa per i capelli e scaraventata in terra. Proprio in quel momento, a quanto ha raccontato ai Carabinieri nell’atto di denuncia, avrebbe perso il suo cellulare passato di mano in mano dai bulli e poi fatto sparire nel nulla. Il telefono le verrà recapitato il giorno dopo da una giovane non coinvolta nella vicenda.
Ad avvisare la famiglia di quanto stesse accadendo è stata l’amica che ha telefonato al fratello della vittima. Pochi minuti prima del suo arrivo, però, la banda ha fatto perdere le proprie tracce.
In città non è la prima volta che accadono episodi di questo tipo, con gruppi di bulli spesso capeggiati da ragazzine. Risale allo scorso anno un fatto del tutto analogo a quello accaduto alla tredicenne. Anche in quel caso la vittima aveva denunciato l’accaduto ed erano scattate le segnalazioni al Tribunale dei minori di Sassari.
Il fenomeno del bullismo dunque si ripete. Cambiano i protagonisti ma le dinamiche sono sempre le stesse. Difficile stabilire cosa spinga gruppi di giovanissimi a perseguitare coetanei con atti pretestuosi e violenti. Forse le bande, sempre diverse, agiscono nel tentativo di emulare situazioni ed episodi evidentemente sottovalutati per gravità già avvenuti in precedenza.