OLBIA. Uno scheletro appeso a un palo della luce di fronte all’ingresso dell’ospedale a simboleggiare una sanità “in punto di morte”, e sindacati e lavoratori uniti per rivendicare i loro diritti. Il sit-in, organizzato da Rsu, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Nursind e Fials, si è svolto nell’area antistante il Giovanni Paolo II richiamando circa duecento persone.
“Vogliamo il giusto salario e una giusta retribuzione – hanno detto sindacalisti e personale sanitario -. Vogliamo fare carriera”. “Si è fermi in tutto e per tutto, nella contrattazione e nei nostri salari accessori – ha dichiarato Alberto Giua (Cisl) -. Si vuole imporre il cosiddetto “sistema modulare”, ovvero l’accorpamento dei reparti”.
Un aspetto, quest’ultimo, rientrato dopo l’intervento dell’assessore regionale alla Sanità Carlo Doria. “Ci aspettavamo dal direttore generale della Asl Gallura Marcello Acciaro che dopo il suo dietro front riaprisse questa mattina un confronto con noi – ha detto Giua – invece non è avvenuto e lui non si è fatto sentire. Aspettiamo dunque un incontro perché solo così possiamo andare avanti”.
Durante la mattinata sono stati messi in luce i mancati pagamenti delle performance da parte dell’Azienda Sanitaria, stesso discorso per le Peo (progressioni economiche orizzontali) e le commissioni invalidi per i medici, ed è stata sottolineata l’importante carenza di organico nell’ospedale di Olbia.
“Attendiamo la convocazione dell’azienda e ci auguriamo che riveda l’atto aziendale che è quello che definisce le organizzazioni interne dell’ospedale – ha dichiarato Jessica Cardia (Cgil) -. Da sei anni a questa parte 400 operatori sono andati via, tra pensionamenti e trasferimenti, e non c’è stato un turnover”.
Nel corso del sit-in i lavoratori hanno chiesto le dimissioni del direttore generale della Asl Gallura e del direttore sanitario Raffaele De Fazio. Secondo Tania Denanni (Fials) “La Sanità non ha bandiere politiche, la salute del cittadino è un diritto fondamentale del singolo e della collettività. Questa situazione va avanti da quindici anni. La gente non sa cosa accade ed è all’oscuro della realtà. Dobbiamo promuovere la Sanità senza colori”.
Per Vito Langiu (Uil) il sit-in si è reso necessario perché “come sindacati siamo stati messi in disparte e non c’è stata una vera contrattazione. Per le Peo e le performance i fondi non sono stati certificati, sono bloccati e non possono essere utilizzati. Una ditta avrebbe dovuto certificarli e aspettiamo ancora la convocazione dell’azienda. Se dovessimo avere risposte negative torneremo dal Prefetto e andremo allo sciopero generale della Sanità in Gallura”.