Aperta e subito chiusa con l’avvio del processo fissato per il 5 ottobre 2023, la prima udienza al Tribunale penale di Tempio Pausania per il famoso cantiere edilizio, abusivo secondo la Procura, appartenente ai fratelli Vittorio e Loredana Marzano sull’Isola di Tavolara.
Unica reale novità è che il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), che aveva denunciato il caso, è stato inserito nel dibattimento come parte civile.
Per il resto, soprattutto per conoscere gli sviluppi della controversa vicenda, occorrerà attendere. Come si ricorderà il presunto abuso aveva fatto scattare il sequestro del cantiere nell’estate del 2019. Insieme ai Marzano sono stati iscritti negli indagati anche i progettisti e il titolare dell’azienda edile.
Per la Procura la nuova struttura era troppo grande rispetto alla casa precedente. Tutto il contrario per i difensori dei Marzano, Giancomita Ragnedda e Danilo Mattana: “Innanzitutto, per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio in questione è stato rilasciato, nel 2015, un permesso che ha coinvolto tutti gli enti competenti, inclusa la Soprintendenza, l’Ufficio tutela del Paesaggio, l’Area Marina Protetta, il Comune.
Successivamente alle contestazioni mosse della Procura della Repubblica, è stato attestato dai Carabinieri del Nucleo del Patrimonio Artistico, dalla Sopritendenza e dagli organi di vigilanza comunali che il fabbricato ha mantenuto la sagoma preesistente: non un metro cubo o un metro quadro in più di quanto autorizzato sono stati realizzati”.
Il problema dell’intricata vicenda riguarderebbe il crollo di vecchi muri realizzati ad inizio secolo quasi a secco e senza fondamenta. “La contestazione – sostengono gli avvocati – riguardava i crolli di due pareti del vecchio edificio e la loro ricostruzione, che gli stessi inquirenti hanno accertato essere stata realizzata nella stessa posizione dei precedenti. L’iter di sanatoria edilizia e paesaggistica è durato due anni (non pochi mesi) e ha coinvolto, ancora una volta, numerosi enti, i quali hanno compiuto un attento esame della domanda ed espresso parere favorevole semplicemente perché non vi era stata alcuna modifica strutturale rispetto all’edificio preesistente”.
Gli stessi avvocati si dicono soddisfatti dell’apertura del processo fissato a ottobre poiché “in quella sede si potrà accertare, nel contraddittorio, che alcun abuso è stato compiuto e che il fabbricato è perfettamente corrispondente a quello preesistente, risalente agli anni “30, essendo ad oggi maggiormente visibile solo perché ricostruito con materiali ecosostenibili e non finito perché il cantiere è stato bloccato dallo stesso Tribunale in attesa della conclusione del processo.
Tra l’altro, l’Ufficio tutela del paesaggio ha preteso, giustamente, che si depositassero ed esaminassero tutte le foto storiche dell’edificio, le quali sono state oggetto di un vaglio puntuale con la richiesta di operare una ricostruzione fedele. Tale richiesta è stata accolta con favore dalla famiglia Marzano, la quale ha a cuore la tutela dell’Isola di Tavolara ed intendeva esclusivamente recuperare un vecchio edificio adeguandolo ai moderni canoni dell’efficienza energetica. Anche questo aspetto emergerà con forza durante il processo. Le speculazioni mediatiche di taluni cesseranno quando la forza dei fatti si imporrà nella sede processuale propria”.