A Olbia si parlerà di nautica in un clima che ambisce a mercati internazionali e questo sarà, come ha dichiarato il presidente del Cipnes Gianni Sarti, “uno dei primi momenti di ritorno alla vita normale, capace di restituire entusiasmo a tutto il territorio e far vedere che noi e le nostre aziende siamo ancora vivi”. La Fiera Nautica di Sardegna è stata presentata nella tarda mattinata di oggi, martedì 22 marzo, a un mese esatto dall’inizio della prima edizione della manifestazione. Dal 22 al 26 aprile alla Marina di Olbia la protagonista sarà la nautica, comparto d’eccellenza in città e per l’intera Isola.
Presenti alla conferenza di presentazione Gianni Sarti, presidente del Cipnes, Aldo Carta, direttore generale del Cipnes, Marco Balata, assessore del Turismo del comune di Olbia e Angelo Colombo, coordinatore organizzativo della Fiera. Assente, per impegni contemporanei, l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa. Il progetto è realizzato dal Cipnes e finanziato dalla Regione Sardegna con il contributo del comune di Olbia, Confindustria Nautica, Guardia Costiera e Insula Sardinia Quality Food.
Ai quattro giorni di eventi prenderanno parte aziende specializzate nell’offerta di servizi turistici, agenzie di brokeraggio e operatori di charter ma il programma dettagliato dei partecipanti si conoscerà più avanti. “Una fiera di questo tipo ha bisogno di un anno di gestazione mentre noi avevamo pochi mesi per metterla a punto – ha detto Sarti -. Abbiamo ampiamente superato gli obiettivi. C’è voglia di mettersi in vetrina e di far vedere che esiste ancora la possibilità di avere entusiasmo e di ritornare ad una vita come l’abbiamo conosciuta prima degli eventi che ci hanno travolto negli ultimi anni. Sarà una fiera nautica ma avrà un valore aggiunto – ha precisato il presidente del Cipnes -, con l’esposizione di eccellenze sarde nel campo agroalimentare e dell’artigianato”.
Alla Fiera, infatti, verranno allestiti stand dedicati ai prodotti della nostra terra. “Abbiamo messo tanta energia in questo progetto – ha affermato Angelo Colombo, coordinatore organizzativo dell’evento -, superando al momento le 70 unità a mare ed essendo prossimi alle 80. Siamo andati oltre i 65 stand a terra, più quelli del progetto Insula in cui i visitatori avranno spazi di intrattenimento enogastronomico e artigianato locale.
La maggior parte degli armatori che d’estate risiede su questo territorio, d’inverno lascia le proprie barche nei cantieri di questa zona. Nasce così la volontà di dare visibilità all’industria locale attraverso un pubblico molto ampio”.
Secondo l’assessore al Turismo del comune di Olbia, Marco Balata, con la prima Fiera Nautica di Sardegna rappresenta “Olbia e la Sardegna si affacciano per la prima volta in uno scenario che fino ad oggi non era stato preso in considerazione e questa è una sfida che l’intero territorio sardo lancia ad altre regioni italiane e ad altri Paesi europei”.
Durante la Fiera non mancheranno spazi di approfondimento e attualità, dall’economia della nautica ad una sua lettura in chiave ambientalista. “Saranno diversi i dibattiti e i talk pensati per arricchire la manifestazione – ha spiegato il direttore generale del Cipens, Aldo Carta -. Insieme ad Assonautica e alle associazioni di categoria intendiamo dare risposte agli investitori per quello che riguarda l’economia del settore. Per conoscere meglio i dati economici, produttivi e occupazionali che questo tipo di industria crea sul territorio, ci siamo rivolti all’Università di Sassari per predisporre un report in modo da avere il quadro completo dello sviluppo della nautica.
È l’occasione per lanciare temi di sensibilizzazione capaci di far crescere meglio un’economia che rappresenterà sempre più un comparto di assoluta eccellenza e dimensione economica per il territorio”.
Carta ha sottolineato come la prima Fiera Nautica di Sardegna “abbracci tutti i territori dell’Isola. Non c’è pertanto competizione tra loro ma, anzi, coesistenza e sinergia”.
In chiusura il presidente del Cipnes Gianni Sarti ha evidenziato l’importanza di avvicinare i giovani al mondo della nautica. “Ci sono zone della Sardegna con il 40% di disoccupazione, mentre altre, come la nostra, in cui non si trovano ragazzi da formare. Dobbiamo fare uno sforzo e far sì che questi i giovani, piuttosto che partire all’estero, possano lavorare nel nostro comparto. Dobbiamo assolutamente colmare questo gap”.