OLBIA. La piazzetta tra via Fiume D’Italia e via Armando Diaz è terra di nessuno. Un tempo nelle panchine dall’altro lato di via Vittorio Veneto si sedevano soltanto anziani olbiesi. Ora sembrano quasi spariti. Bottiglie vuote, sporcizia, cocci e vetri sparsi sembrano, al contrario, attirare un universo parallelo dove lo spaccio al dettaglio è la vera attività. Il collante tra negozi etnici che vendono alcolici a ogni ora dove domanda e offerta si incontrano.
È in questo scenario che ieri pomeriggio intorno alle 14:00 due ragazzine di 15 anni sono state molestate verbalmente e fisicamente da un uomo di nazionalità marocchina. Le sue fantasie sessuali gliele ha urlate in faccia senza alcun timore di essere fermato da nessuno. “E infatti nessuno è intervenuto – racconta la minorenne -. Quando gli ho detto di lasciarci in pace perché siamo ragazzine ha detto che lui ne aveva avuto anche di più giovani e che gli piacevano le bambine. Mi ha anche messo le mani addosso e mi ha tirato i capelli”. Elementi che rendono ancora più grave la posizione dell’aguzzino.
Ma al di là delle sue farneticanti fantasie sessuali, del fatto di aver usato le mani nei confronti di una ragazzina, quello che, a freddo, ha colpito maggiormente le due minorenni è stato l’assoluto menefreghismo della piazza. “C’erano parecchie persone, auto che passavano, rallentavano ma nessuno è intervenuto. Noi eravamo in pericolo in maniera evidentissima ed eravamo terrorizzate. Eppure quell’uomo ci minacciava a un palmo di distanza. Ci stava addosso, urlava e continuava a farneticare di chiamare mamma e babbo, e che avrebbe avuto rapporti sessuali anche con loro e persino con i Carabinieri (giunti successivamente sul posto). Eravamo sole contro questo energumeno alto almeno un metro e novanta, e nessuno ha mosso un dito per difenderci. Se ci penso mi vengono i brividi. Mi chiedo se questa sia la mia città dove due ragazzine vengono importunate nell’assoluta indifferenza del prossimo”.
Questo, in effetti, è un aspetto completamente sconosciuto dalla nostre parti. Ci chiediamo se lo stesso episodio fosse successo un paio d’ore dopo, al buio. Le molestie verbali sono spesso l’anticamera della violenza vera e propria. Un’autoricarica per personaggi che si sentono forti solo davanti a persone più deboli, quasi sempre donne.
Il fatto che poi l’uomo sia stato pestato a sangue da due parenti delle ragazze è soltanto la conseguenza di un menefreghismo colpevole di coloro che hanno girato lo sguardo dall’altra parte. Se qualcuno fosse intervenuto, probabilmente l’incidente, pur grave, sarebbe subito rientrato. Invece è dovuto intervenire un familiare di una della due ragazzine per far capire, in maniera tosta, che l’aggressore aveva sbagliato preda. Resta il fatto che quelle due giovanissime figlie di Olbia si sono trovate in grandissima difficoltà e ancora oggi non hanno metabolizzato la paura accumulata in piazzetta tra via Fiume e via Diaz, a cinquanta metri dal Corso.