OLBIA. Sessantanove anni, un marchio registrato per tutelare le sue opere (SalDek) e un unico sogno: vedere le sculture frutto della sua creatività esposte in un luogo pubblico della città, possibilmente sul lungomare Cossiga.
Dopo > la prima scultura alta tre metri e dieci realizzata nel 2019 Salvatore Decandia, fabbro di professione, nativo di Azzanidò e residente a Olbia da 58 anni, presenta un nuovo lavoro che ha chiamato “Posidonia”.
“È alta quanto la precedente – dichiara l’artigiano – ed entrambe parlano di mare. Mentre la prima, alla quale non avevo dato, ricorda una prora di una nave etrusca, Posidonia richiama una nacchera stilizzata. L’ho disegnata due anni fa e oggi è completa. Manca soltanto il trattamento finale per renderla più bella”.
Decandia, che nel 2019 aveva dichiarato a Olbianova di voler donare al comune di Olbia la sua scultura, ora è pronto a regalare alla città anche “Posidonia”. “Non voglio venderle, non mi interessa guadagnare da queste sculture che invece voglio donare alla mia città – afferma il fabbro olbiese -. Ho detto al sindaco Settimo Nizzi del mio nuovo lavoro e spero che mi contatti. Mi piacerebbe vedere entrambe le due opere sul lungomare o nei vicini giardini. Sono consapevole che abbiano un grande valore artistico, anche a detta di diverse persone competenti, tra cui alcuni architetti, e vorrei tanto che Nizzi accettasse la mia offerta”.
Le due sculture, che Decandia definisce “impressionismo astratto, arte moderna” sono state realizzate in acciaio corten, un materiale che prima veniva utilizzato essenzialmente per l’edilizia. “Così hanno costruito la US Steel Tower, a Pittsburgh, in Pennsylvania, un grattacielo alto 256 metri. L’acciaio corten mi dà molta soddisfazione e dura per sempre – sottolinea lo scultore di Posidonia -. Contiene fosforo, cromo e rame e, se trattato, come faccio io, permette di far uscire tante belle sfumature. Ora viene utilizzato anche per l’arredamento”.
Se il sindaco accettasse l’offerta, dunque, le opere del fabbro olbiese potrebbero essere ammirate dall’intera città. “Una delle due mi è stata chiesta da un Comune gallurese – confessa il 69enne – ma non voglio portarla fuori da Olbia, vorrei lasciarla qui. Se il sindaco Nizzi mi contatterà sarò ben felice di donare entrambe le sculture al Comune. Ci spero davvero”.