Gentile redazione,
è il 12 settembre 2023 e mio figlio rientra a scuola dopo l’estate. Bambini euforici, mamme emozionate, uno scenario bellissimo. Un giorno di festa, di commozione, gioia, baci e abbracci.
Sono le 8 del mattino e siamo all’Istituto Comprensivo di via Vicenza. Suona la campanella, si aprono le porte e in fila indiana i bambini vengono accolti dalle loro splendide maestre.
Sono le 13, suona un’altra volta la campanella e mio figlio esce da scuola. Noto sul suo viso un velo di tristezza misto a tanta stanchezza e penso tra me e me “Sono i primi giorni, ci può stare”. Poi mi rivolgo a lui e chiedo se sia tutto ok. Mi risponde: “Mamma, non puoi capire. In classe c’è troppo caldo. Noi siamo in una di quelle aule che non hanno il condizionatore. Domani porto un ventaglio”. Io sorrido e lascio correre senza dare troppo peso alla situazione.
Oggi, 15 settembre, a quelle parole sento di dover dare importanza e rifletto sul fatto che alcune classi sono munite di condizionatori e altre invece no. Lecita la domanda: ci sono classi di serie A e classi di serie B?
Bambini costretti a non poter indossare la divisa scolastica (una t-shirt a maniche corte) e che devono vestirsi con una canottiera per il troppo caldo. Mi chiedo come nel 2023 in una città come Olbia ci siano ancora strutture così poco confortevoli. Sono arrabbiata, tanto arrabbiata, perché oggi il problema è il condizionatore ma domani cosa sarà?
UNA MAMMA