OLBIA 5 luglio 2025 – Dall’immigrazione inclusiva alla proposta di un osservatorio contro lo sfruttamento lavorativo: la Sardegna che affronta il fenomeno dello spopolamento guarda ai nuovi cittadini come risorsa per il futuro. Nella prima conferenza sull’immigrazione organizzata a Olbia dall’Assessorato regionale al Lavoro sono state tracciate importanti strategie per coinvolgere le comunità di immigrati sull’Isola e valorizzarne il contributo socioculturale economico.
L’evento, articolato in due giorni, ha riunito al museo archeologico rappresentanti delle comunità straniere e istituzioni. Alla giornata conclusiva hanno partecipato anche la presidente della Regione Alessandra Todde e l’assessora al Lavoro Desiré Manca. “La Regione ha posto in essere diverse azioni, come diversi avvisi anche di inclusione sociolavorativa e formativa – ha dichiarato Manca – perché è importante formare tutti gli immigrati e reintegrarsi maggiormente nel nostro territorio”.
Accoglienza, integrazione e sviluppo territoriale sono dunque le parole chiave per affrontare l’immigrazione in un’ottica di crescita condivisa. “In una terra in cui è in atto uno spopolamento – ha affermato l’assessora –, per noi anche l’arrivo di nuovi popoli, di una colorazione differente di pelle, è sempre una grande ricchezza”.
Durante il suo intervento, Manca ha annunciato anche la proposta di un osservatorio regionale contro sfruttamento lavorativo che “supporti la programmazione, insieme alla definizione di progetti e all’individuazione di interventi più efficaci per prevenire situazioni sfruttamento e assicurare la tutela dei diritti di ogni lavoratore e lavoratrice”.
“Noi sardi siamo un popolo di migranti – così la presidente Todde –. Pensiamo ad esempio ad Antonio Gramsci, Gavino Ledda e Grazia Deledda. Lo sono stata anche io, andando a studiare negli Stati Uniti”. Le principali comunità straniere presenti in Sardegna provengono da Romania, Senegal, Marocco, Cina, Ucraina e Filippine.
“La nostra comunità, presente sull’Isola fin dal 1985 e tra le primissime ad arrivare, ha compiuto un percorso virtuoso ma anche tortuoso, ed è oggi perfettamente integrata – ha detto Abdou Ndiaye, rappresentante della comunità senegalese –. L’integrazione inclusiva deve partire da politiche strutturali, con coprogettazione, dibattito e confronto con le comunità per individuare i problemi e trovare insieme le soluzioni”. All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, il vescovo della Diocesi di Tempio Ampurias Roberto Fornaciari e l’imam di Olbia Hamadi Maalaoui.