Olbia. Tutti in fila per vedere un frammento di Villa Tamponi, una parte del municipio e alcuni ambienti della scuola di San Vincenzo. A Olbia la Giornata del Fai di Primavera alla scoperta delle dimore signorili ha richiamato circa un migliaio di persone ma, di queste, circa trecento non sono riuscite ad entrare per la troppa affluenza.
Un successo di pubblico che neanche gli organizzatori si aspettavano al punto che tra problemi al sistema di prenotazione e le inevitabili attese, i volontari del Fai (circa 45 persone comprese le guide) hanno faticato non poco per gestire il pubblico.
Per il resto è stata sicuramente una giornata densa di soddisfazioni e riconoscimenti soprattutto per i giovani studenti del liceo classico Gramsci, instancabili “ciceroni” capaci di accompagnare i visitatori lungo i vari percorsi storici tra affreschi e antiche vestigia dell’alta borghesia olbiese tra la fine dell”800 i primi decenni del ‘900. Hanno impreziosito le passeggiate culturali i giovani musicisti della Scuola civica di Musica e del liceo artistico De Andrè.
Particolarmente apprezzato il breve passaggio nell’atrio di Villa Tamponi. L’edificio, costruito nel 1870 da Giovanni Battista Tamponi, è tutt’ora abitato e per questo motivo i proprietari hanno aperto al Fai, a patto che non si facessero fotografie, esclusivamente l’atrio con gli affreschi che mette in comunicazione i due grandi giardini.
Tanta gente anche per il palazzo neobarocco e liberty Giosuè Colonna, attualmente sede del municipio, commissionato all’ingegnere Bruno Cipelli nel 1932. Il palazzo fu in parte distrutto dal tristemente famoso bombardamento americano di Olbia del 14 maggio 1943. Sotto i suoi portici morino almeno dieci persone, in gran parte operai del porto che cercavano riparo.
Successo anche per Il palazzo Antonio Colonna, conosciuto come Villa Clorinda. Anche questo costruito da Bruno Cipelli agli inizi del 1920. Divenne poi un albergo chiamato “Villa Eden” e nel 1935 venne venduto alla Congregazione delle figlie della Carità di San Vincenzo De Paoli.