OLBIA – Il nuovo Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) di Olbia, approvato il 2 gennaio 2025, rappresenta un passaggio fondamentale nella pianificazione del territorio. Il PAI non è un progetto, ma una fotografia dettagliata dello stato di fatto idrogeologico e idraulico del territorio comunale. Questa base tecnica diventa lo strumento principale su cui saranno costruiti i successivi piani urbanistici e di protezione civile.
Il PAI serve infatti a definire e perimetrare le aree a rischio idraulico, indicando i livelli di pericolosità (HI4, HI3, HI2, HI1) sulla base di criteri scientifici. È la piattaforma di partenza per elaborare il Piano Urbanistico Comunale (PUC), il Piano Urbanistico Locale (PUL), il Piano di Protezione Civile e, soprattutto, il Piano di mitigazione del rischio idraulico denominato “Olbia e le sue acque”, realizzato dall’ing. Simone Venturini per la società Technital .
DA CLEOPATRA AL NUOVO PAI – L’alluvione del 2013, con il passaggio del ciclone “Cleopatra”, aveva messo in evidenza le gravi criticità del sistema idraulico di Olbia, spingendo la città a una revisione completa del proprio PAI. Nel 2015, sotto l’amministrazione guidata da Gianni Giovannelli, fu adottato un nuovo piano, redatto dal professor Marco Mancini e dal geologo Giovanni Tilocca, con criteri stringenti che perimetravano come HI4 anche aree soggette ad allagamenti minimi, di un solo centimetro, con frequenza cinquantennale (ossia un evento che si verifica, in media, una volta ogni cinquanta anni). Questo approccio, dettato dall’urgenza di garantire la sicurezza, aveva però imposto vincoli molto severi e bloccato di fatto lo sviluppo in molte zone del territorio comunale.
Con il passare degli anni, l’approccio scientifico e normativo si è evoluto con nuove regole ministeriali permettendo di distinguere con maggiore precisione le aree realmente pericolose da quelle che, pur soggette ad allagamenti, non rappresentano una minaccia per le persone.
IL NUOVO PAI DEL 2025 – Il nuovo PAI, appena approvato dall’Autorità di Bacino della Sardegna, è stato realizzato dalla società Technital. La revisione ha introdotto un approccio scientifico avanzato, basato su modelli matematici bidimensionali, capaci di analizzare i flussi d’acqua in modo più accurato rispetto al passato. Questo ha permesso di valutare non solo i livelli di allagamento, ma anche le velocità dell’acqua, elementi fondamentali per determinare il rischio idraulico.
Gli studi hanno ridefinito la classificazione delle aree a rischio, distinguendo tra zone effettivamente pericolose e altre che, pur allagandosi, non presentano pericoli significativi. Ad esempio, un’area soggetta a un allagamento di pochi centimetri, senza velocità significative, non sarà più classificata come HI4, ma come HI* (Hi asterisco), riducendo le restrizioni edilizie e favorendo lo sviluppo urbano.
UNA BASE PER IL FUTURO – Il nuovo PAI sarà il riferimento per tutti i piani futuri del Comune di Olbia: il PUC (Piano Urbanistico Comunale), strumento di pianificazione territoriale, sarà aggiornato sulla base delle nuove perimetrazioni del rischio. Il PUL (Piano di Utilizzo dei Litorali) che adotterà criteri più flessibili rispetto al passato. Il Piano di Protezione Civile individuerà le aree critiche e definirà le procedure di evacuazione e intervento in caso di emergenza e soprattuto Il Piano di mitigazione del rischio idraulico, denominato “Olbia e le sue acque”, che sarà il principale progetto operativo per ridurre il rischio idraulico.
LE NOVITÀ DEL PAI – Tra le principali innovazioni introdotte dal PAI 2025 c’è la drastica riduzione delle aree classificate come HI4, passate da 7 ettari a soli 2. Questo significa che molte zone prima vincolate saranno ora libere da restrizioni, consentendo interventi edilizi con semplici accorgimenti tecnici, come l’elevazione degli ingressi sopra il livello di allagamento previsto.
Allo stesso tempo, il piano conferma il divieto di costruzione di interrati non solo nelle aree ad alta pericolosità idraulica ma anche in quelle definite HI*. Questo per garantire la totale sicurezza anche dove si configurano semplici allegamenti. L’approccio è basato su una formula scientifica che combina livelli e velocità dell’acqua per calcolare la cosiddetta “vulnerabilità delle persone”.
PROSSIMI PASSI – Il Comune di Olbia annuncerà a breve una presentazione pubblica per illustrare il nuovo PAI ai cittadini. Sarà un’occasione per spiegare come queste modifiche influiscano sulla sicurezza, sullo sviluppo urbano e sulla gestione del rischio.