OLBIA. Non si sa chi si nasconda dietro alle scritte con le quali è stata imbrattata la facciata d’ingresso della CGIL in via Del Piave. Quello che è certo è che la nuova sede, inaugurata circa due settimane fa, è stata presa di mira.
“Landini (segretario della CGIL, ndr) nazista” e “sindacato nazi” si leggeva questa mattina sulle pareti degli uffici.
I vandali non hanno risparmiato neppure una finestra marchiata con una w (o due v a seconda delle interpretazioni) di colore rosso dentro a un cerchio. La firma, ripetuta più volte sui muri, sembrerebbe riconducibile ai cosiddetti “guerrieri”, cospirazionisti che, in tutta Italia, aderiscono a gruppi Telegram destinati alla “ricerca della verità” sui vaccini.
“La Cgil Gallura – si legge nella nota del Sindacato – condanna il vile atto squadrista e violento, di matrice no vax, compiuto questa notte per mano di ignoti che hanno imbrattato i muri della sede della nostra Camera del lavoro a Olbia – la sede delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati – con scritte che prendono di mira, con intento intimidatorio, l’intera organizzazione e il nostro segretario nazionale Maurizio Landini.
Episodi come questo si stanno verificando in diverse sedi sindacali in tutta Italia proprio in queste ore. Bisogna alzare il livello di attenzione e presidio democratico in tutto il Paese contro ogni genere di azione violenta e di stampo fascista.
Colpire Olbia – prosegue il comunicato – significa colpire una città attraente, tollerante, multietnica, integrante e conosciuta a livello nazionale e internazionale e proiettata nel futuro. Non può essere un caso, perché la Cgil della Gallura difende e promuove questi valori.
La Segretaria Generale Territoriale Luisa Di Lorenzo auspica un’indagine che faccia chiarezza su quanto accaduto proprio a pochi giorni dall’inaugurazione della nuova sede, un fatto che ha una simbologia identificabile con il movimento no vax e non può essere considerato isolato e non può essere sottovalutato.
Attaccare la sede della Cgil vuol dire attaccare il mondo del lavoro. E quindi attaccare la democrazia. Non ci faremo intimidire – conclude la nota – e continueremo a svolgere la nostra attività fondata sui valori della democrazia e dell’antifascismo”.