★ VIDEO ★ Si è svolta ieri, giovedì 17 settembre, la prima serata dell’Olbia Film Network dedicata alle Opere Prime. Dopo i quattro appuntamenti dal 12 al 16 settembre riservati ai cortometraggi, ieri sera il pubblico di via Dante ha assistito al primo lungometraggio dell’edizione 2020 del festival, “Sole” di Carlo Sironi.
Durante la serata di cinema, iniziata con quasi un’ora di ritardo a causa di un evento contemporaneo poco distante, l’attrice Michela Giraud (intervista in fondo all’articolo) ha ricevuto il Premio Cinema e Parole. “Vi ringrazio – ha detto la Giraud – perché questo è il primo premio della mia vita. Grazie tante Olbia!”.
L’attrice e cabarettista romana ha fatto un appello al regista Sorrentino: “Paolo, sceglimi! Mi piace un sacco il cinema e spero di lavorare ancora in questo settore”.
A ricevere il premio “Opere prime e seconde”, Carlo Sironi, regista di “Sole” che è salito sul palco assieme a Carlo Segaluscio, protagonista del film. “Sapevo – ha detto l’attore alla sua prima esperienza cinematografica- che il film sarebbe dipeso in parte da me. All’inizio ero impacciato ma appena ho capito il set è stata una delle esperienze più belle della mia vita!”.
Segaluscio ha ricevuto il premio Beatrice Braccio come migliore attore giovane, riconoscimento che il direttore artistico della manifestazione, Matteo Pianezzi, ha definito “un pezzo di cuore”.
Prima della proiezione di “Sole”, a porre l’accento sulla bellezza della Sardegna, terra che ospita il festival olbiese, Livio Mudulu e Gabriele Careddu, “anima visiva dell’evento” e fondatori di Around Heart. I due videomaker olbiesi hanno presentato un filmato realizzato durante cinque giorni in giro per l’Isola, alla scoperta di territori nascosti e incontaminati. “Noi – ha detto Mudulu – cerchiamo di proporre la Sardegna e non solo. Proviamo a far scoprire quello che solitamente non si vede, andando alla ricerca di cose particolari”.
Il Festival prosegue questa sera, venerdì 18 settembre, ore 21:00, con la proiezione del film “Abbi fede” di Giorgio Pasotti. Di seguito la videointervista a Michela Giraud: