OLBIA. Siamo davvero pronti per la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale? Saremo in grado di fronteggiare rischi e pericoli, e focalizzarci soltanto sulle innumerevoli possibilità legate ad essa? Quanto è realistica la possibilità di esserne “dominati” come Hal 9000 che nel film di Kubrick “Odissea nello spazio” prende il controllo su una missione spaziale?
La conferenza sull’intelligenza artificiale tenuta al museo archeologico dal filosofo del linguaggio Fabrizio Funtò apre un dibattito interessante sugli scenari futuri dell’AI e del mondo in generale.
“Voi, gratuitamente, attraverso l’uso dei social, siete stati coloro che hanno foraggiato l’intelligenza artificiale e l’hanno fatta diventare quella che è – ha detto Funtò agli studenti durante il giorno uno di “Scienza in piazza” -. Il risultato dipende dalla qualità dei dati dell’addestramento. Immaginate se l’intelligenza artificiale utilizzasse i dati del “Mein Kampf” di Hitler. Darebbe risposte che si basano su quello. Ogni innovazione tecnologica comporta dei rischi”.
Dal primo modello matematico sulla mente umana del 1943 fino alla prima macchina per imitare le reti neurali umane del 1958, il filosofo romano, autore di diversi libri tra cui il thriller “Bistrom”, ha ripercorso la storia dell’AI, fino ai giorni nostri e ChatGPT, senza schierarsi a favore o contro il progresso e affermando che “Non si deve biasimare l’intelligenza artificiale, semmai gli uomini che la usano male”.
E così, se il settore multimediale, la cybersecurity e la medicina molecolare risultano quei campi in cui sta dando e può dare grandi risultati, dall’altro si potrebbe arrivare a un progresso talmente avanzato da soppiantare, ad esempio, operatori statali e insegnanti per ridurre il debito pubblico, fino a macchine che decidono sulla vita o la morte di un uomo nei conflitti o che determinano il suo destino nelle aule dei tribunali.
“Attualmente – ha spiegato Funtò – le intelligenze artificiali sono “narrow”, ovvero “strette” su un dominio di conoscenza. Stiamo arrivando a un’intelligenza artificiale generalista e l’idea è di giungere a una superintelligenza. Si passerà dai computer che conosciamo a quelli quantici, con una programmazione che verrà realizzata dai computer di oggi con l’intelligenza artificiale”.
Nella prima giornata di “Scienza in piazza”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura guidato da Sabrina Serra insieme alle associazioni Mathesis, con la docente Antonietta Carbone in prima linea, e Amici della biblioteca, è intervenuto anche il regista Anthony LaMolinara, Oscar per i migliori effetti speciali per il film “Spiderman 2”. LaMolinara ha spiegato ai ragazzi come “l’intelligenza artificiale non sia adatta alla sceneggiatura. Anche la musica la faccio io. Non è interessante farlo con l’AI”.
Il regista è attualmente impegnato con la pre-produzione de “La Madre”, dal libro di Grazia Deledda. Il film, ambientato in Sardegna, che vede tra i protagonisti Caterina Murino e Anthony Hopkins, uscirà con tutta probabilità entro la fine del 2025.