“Olbia ha dimostrato di non dimenticare”. Con queste parole Staffan De Mistura, inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite, ha aperto la lectio magistralis che si è tenuta questa mattina, 12 maggio 2025, al museo archeologico di Olbia, nel venticinquesimo anniversario della tragedia aerea in Kosovo in cui morirono 24 persone, tra cui due giovani volontari sardi: Roberto Bazzoni e Antonio Sircana.
Un incontro intenso, carico di memoria e commozione, dedicato a chi perse la vita mentre prestava aiuto in una terra segnata dalla guerra. “Quell’aereo, affittato dal World Food Programme, si schiantò contro una montagna a 1.400 metri d’altezza. Era un volo della pace, ma si trasformò in tragedia”, ha ricordato De Mistura, che all’epoca dei fatti era direttore dell’ufficio del dono e rappresentante delle Nazioni Unite in Kosovo.
La sua testimonianza ha toccato i momenti successivi al disastro: “Quando arrivai sul luogo dello schianto, due giorni dopo, il dolore era ovunque. Tra le vittime, anche una mia amica, Paola Biocca. Ci fu un momento di panico: la guerra era finita, non dovevano esserci più vittime. Eppure accadde. Un colpo duro, aggravato dalla burocrazia e dalle difficoltà logistiche”.
De Mistura ha creato un forte parallelo tra i conflitti del passato e quelli attuali: “Oggi assistiamo a guerre feroci, in cui spesso gli aerei portano bombe. Ma possono anche portare grano, medicine, speranza. Lo abbiamo fatto in Etiopia, durante la carestia. È una scelta: distruggere o salvare. È questo il senso della memoria”.
Rivolgendosi soprattutto ai giovani, ha sottolineato come il ricordo delle tragedie debba alimentare l’impegno per la pace: “Chi parte per aiutare non può essere dimenticato. E dobbiamo continuare a scegliere da che parte stare”.
Alla cerimonia erano presenti le mogli e i familiari di Roberto Bazzoni e Antonio Sircana, la perfetta Grazia La Fauci, il sindaco Settimo Nizzi, le autorità civili e militari. In sala anche il vescovo Roberto Fornaciari.
“È una ferita che non si chiuderà mai – ha detto De Mistura – ma che possiamo trasformare in memoria viva, in testimonianza. Perché la dignità con cui Olbia ha affrontato il dolore è un esempio per tutti”.