OLBIA. Non è la scena di un film horror, anche se tra le sue creazioni ci sono le “Lacrime di Satana” e potenti estratti del Carolina Reaper. È la quotidianità di Giovanni Leonardi, 64 anni, che dopo una lunga carriera nella produzione discografica e nella regia si è reinventato in Gallura come coltivatore di peperoncini.
Dal 2016 vive in un eremo immerso nel verde, dove ha creato il personaggio di Jo Pepper, nome con cui firma una produzione artigianale e appassionata. Tra le sue specialità c’è il “Gallureño”, un omaggio alla terra che lo ha accolto, nato dall’essiccazione e macinatura del jalapeño. “L’ho chiamato così in onore della terra che adesso mi ospita, la Gallura, e che mi ha accolto dalla Nurra. Qui siamo a Pirazzolu, in comune di Olbia, a pochi chilometri da Arzachena.”
Accanto al “Gallureño”, Jo Pepper produce altre varietà come l’“Hot Lemon”, un peperoncino peruviano dal profumo agrumato che ricorda il limone pur non contenendolo, e il Cayenna, essiccato e polverizzato fino a ottenere una grana simile al classico pepe. Ma il protagonista assoluto resta il Carolina Reaper, utilizzato sia per produrre l’olio piccante sia per ottenere l’estratto noto come “Lacrime di Satana”: “Un distillato del Carolina Reaper, uno dei più piccanti secondo la scala Scoville”.
L’olio ottenuto dal Reaper è un concentrato molto potente. Bastano infatti poche gocce per raggiungere livelli estremi di piccantezza. “La vita senza peperoncino sarebbe come una Ferrari che non può andare oltre i 40 chilometri orari – racconta Jo Pepper, rievocando l’inizio della sua passione -. Mi sono imbattuto in una busta di peperoncini che mi hanno regalato e mi sono innamorato. Ho iniziato a coltivarli”.
Nonostante l’interesse per i suoi prodotti, Jo Pepper non ha intenzione di trasformare l’attività in un business strutturato. A chi gli chiede se abbia mai pensato a un e-commerce per la vendita dei prodotti su larga scala, risponde: “Assolutamente no. Questo è un hobby. Ho già fatto attività professionali per troppo tempo”. La sua produzione resta quindi una forma di espressione personale, un modo per rimanere legato alla terra e per coltivare una passione autentica.