OLBIA. Come ogni anno, all’esterno della chiesetta del cimitero di Su Lizzu, dedicata a San Francesco, è stata celebrata la messa per la commemorazione dei defunti del 2 novembre. Durante l’omelia, il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias Roberto Fornaciari ha invitato i numerosi presenti “a vivere il rapporto con i defunti nella verità della fede, guardare alla morte nella luce della rivelazione e vederla come una porta che ci immette nella vita eterna. Dobbiamo prestare particolare attenzione – ha sottolineato il vescovo – perché la verità cristiana non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere”.
In occasione del 2 novembre, l’Asco diretta da Caterina Sotgia ha pensato di dare un nome all’area monumentale: “La luna del ricordo”. Nello stesso spazio, che lo scorso giugno aveva ospitato l’inaugurazione del “Primo cimitero gentile d’Italia” con il biologo naturalista Daniel Lumera, sono stati apposti i nomi dei defunti le cui ceneri sono state disperse all’interno del cimitero.
A Su Lizzu sono arrivate anche tre nuove sculture realizzate in acciaio corten dai docenti Ciro Punzo e Sandro Pirina, insieme agli alunni del corso “Produzioni nautiche” dell’Istituto Ipia. L’opera, intitolata “Aldilà” e collocata a poca distanza dall’ingresso principale, è formata da tre figure femminili che rappresentano le fasi dell’esistenza: la vita, la morte e l’anima che raggiunge il cielo.